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La tremenda fine degli uccelli in Sicilia: ecco come muoiono molte specie selvatiche

Negli ultimi giorni sui canali social di divulgazione ambientale si è molto dibattuto su un problema che non affligge solo la Sicilia: ve ne parliamo nell'articolo, lo studio

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 20 ottobre 2025

Vigneti

Negli ultimi giorni sui canali social di divulgazione ambientale si è molto dibattuto su un problema che non affligge solo la Sicilia, ma varie regioni meridionali dell’Europa. Stiamo parlando dell’elettrocuzione degli uccelli, una delle principali cause di morte degli uccelli selvatici, provocata dal contatto diretto con le linee elettriche a media tensione.

Come infatti dimostrato tramite un video caricato su Instagram dall’ornitologo Andrea Cusmano, sono numerosi gli animali che ogni anno fanno una terribile fine nei pressi dei tralicci da cui fuoriescono i cavi ad alta tensione. Tra le vittime più celebri di questi incidenti, a cui si può e si deve rispondere con delle soluzioni note ormai da anni, ci sono diverse specie di rapaci, diurni e notturni, come anche cicogne e numerosi volatili migratori.

La situazione è ancor più grave nei pressi di quei territori in cui passano i corridoi naturali che gli uccelli utilizzano durante le loro peregrinazioni stagionali e all’esterno di alcune riserve naturali, il cui territorio non è tutelato come si dovrebbe. Da anni gli specialisti segnalano come questo fenomeno sta contribuendo significativamente al declino di diverse specie, alcune delle quali già minacciate o a rischio di estinzione, tanto che per alcune specie gli effetti dell’elettrocuzione sulle popolazioni sono più gravi rispetto a quelle della caccia e del bracconaggio.

L’elettrocuzione – che possiamo considerare una forma di folgorazione involontaria - solitamente avviene quando un uccello tocca simultaneamente due fili elettrici o un filo e una parte metallica messa a terra, creando un cortocircuito che può risultare immediatamente letale.

Per ridurre questi incidenti, nei pressi delle aree di interesse naturalistico solitamente bisognerebbe sostituire i cavi dell’alta tensione con altri cavi protetti da una guaina, che impediscono agli uccelli di rimanere fulminati. Tuttavia, gran parte delle reti elettriche siciliane non è adeguatamente isolata, soprattutto nelle aree rurali o montane, dove le infrastrutture non sono state ammodernate con criteri compatibili con la tutela ambientale.

Ciò è proprio la causa della morte di numerosi esemplari trovati stecchiti nelle campagne, come avvenuto nel caso segnalato da Andrea Cusmano, che mentre si trovava nei territori limitrofi a Campobello di Mazara e Mazara del Vallo per dei monitoraggi ha trovato diversi rapaci morti sotto a delle linee elettriche.

L’area segnalata da Cusmano ha tra l’altro una grande importanza naturalistica, poiché si trova a pochi chilometri dalla Riserva naturale integrale del Lago Preola e Gorghi Tondi e all’interno della rotta migratoria di numerosi uccelli che scelgono la Sicilia per svernare.

Negli ultimi anni, alcune associazioni ambientaliste, come LIPU, WWF Italia, e BirdLife, hanno portato avanti campagne di sensibilizzazione e monitoraggio su questo tema, portando l’Unione Europea a finanziare diversi Progetti LIFE che avevano lo scopo di salvaguardare le specie ed evidenziare come l’adeguamento o l’ammodernamento delle linee elettriche possa ridurre drasticamente la mortalità per elettrolocuzione.

Una delle soluzioni pensate per ridurre al minimo questo problema sarebbe anche quello di modificare la struttura stessa dei tralicci, dove vanno attualmente a morire molte specie, in modo da fornire ai volatili dei posatoi sicuri, che presentino distanze minime tra i conduttori.
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