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Lì dove c'era la Conca d'Oro (e c'è ancora): Parco Uditore e una vita senza aiuti pubblici

Nata come associazione nel 2010, dall'iniziativa di un gruppo di cittadini, oggi il verde Parco Uditore è una cooperativa che vive e si mantiene da sola, con le proprie forze

  • 19 gennaio 2020

Il Parco Uditore di Palermo

Un’area pubblica, a beneficio dei cittadini, che vive senza l’aiuto di contributi pubblici: il Parco Uditore di Palermo è la Conca d’Oro sottratta al cemento.

Nata come associazione nel 2010, dall’iniziativa di un gruppo di cittadini, dopo aver "soffiato" l’area alla Regione che l’avrebbe cementata e destinata alla realizzazione di uffici pubblici, oggi il verde Parco Uditore è una cooperativa che vive e si mantiene solo con le proprie forze (e quelle delle donazioni private).

Pochi giorni fa infatti sulla pagina Facebook del parco è stato pubblicato un post che recitava: «Vi siete mai chiesti come faccia Parco Uditore a sopravvivere senza contributi pubblici? Si può fare. Con un'oculata gestione delle risorse e il vostro supporto costante, questo sarà l'ottavo anno di vita di Parco Uditore a Palermo. Ogni centesimo delle vostre donazioni è per il nostro parco una boccata di ossigeno. Ossigeno che vi viene restituito dai nostri alberi tutte le volte che passeggiate lungo i viali».
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Già, perché il parco è gestito da una cooperativa di ragazzi che, sulla base di un’intesa inter-istituzionale con la Regione firmata in occasione dell’apertura dei cancelli, si occupa di gestire, organizzare e mantenere autonomamente in vita questi 9 ettari di verde pubblico (all'epoca come volontari, oggi in forma di soci della cooperativa), anche grazie all’aiuto di alcuni partner solidali.

«Dal giorno dell’apertura nel 2012 ad oggi il parco ha ricevuto dalla Regione un solo finanziamento di 100 mila euro, cifra che è stata utilizzata per l’avvio del progetto, per la bonifica e la concreta messa in opera dei lavori di realizzazione della struttura», dice Piero D’Angelo, presidente della Cooperativa sociale Parco Uditore.

«Questo progetto è nato con l’idea di promuovere un’iniziativa di volontariato attraverso la quale gestire e mantenere uno spazio pubblico. Oggi per mantenerci organizziamo diverse attività e manifestazioni, abbiamo un chiosco-bar attivo all’interno del parco, un centro culturale per lo svolgimento di attività ludiche e siamo anche una Onlus, per cui riceviamo ogni anno il 5 per mille dallo Stato», continua Piero.

Tanti inoltre sono i privati che devolvono denaro all’organizzazione del parco e tante sono anche le aziende che aiutano questa realtà con il pagamento di fatture, fornendo servizi o con donazioni di denaro per coprire le spese dei gestione.

L’ex Fondo Uditore, attuale Parco, è un’area che nel tempo ha subìto diversi mutamenti: dopo esser stata la base per le cisterne Agip fino al 1963, l’area è passata in concessione alla Regione che l’ha inserita come fondo di quiescenza.

Successivamente ad un’operazione di sgombero nel ’93, un comitato civico di cittadini ha unito la voce e le forze per ottenere la restituzione dell’area alla collettività e per la sua libera fruizione come parco urbano.

Sono state più di otto mila le firme raccolte con la petizione mirata al cambio di destinazione d’uso che ha portato alla nascita dell’allora "Associazione Parco Uditore", trasformatasi nell’attuale Cooperativa.

«Siamo molto contenti del lavoro svolto e, dall'apertura ad oggi, grazie al sostegno dei cittadini e dei volontari siamo anche riusciti a piantumare nel parco 600 nuovi alberi».
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