RICETTE
Lo facevano i romani, ma in Sicilia va con la pasta: la ricetta (originale) del macco di fave
Con questo video vi presentiamo un piatto simbolo della tradizione siciliana. Nonna Razia lo prepara seguendo la ricetta autentica, proprio come si faceva una volta
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Una ricetta tradizionale che mette d'accordo tutti: "puristi" della tradizione culinaria siciliana, salutisti e finanche vegetariani e vegani. Con questo video vi presentiamo la ricetta della pasta con il macco di fave.
Non c'è nonna siciliana, o meridionale in generale, che non l'abbia preparata almeno una volta ai nipoti. Noi vi presentiamo la versione, che poi è quella antica, proposta da Nonna Razia, una nonnina molto seguita su Instagram per le sue video ricette.
Ed eccola preparare una deliziosa pasta col macco di fave. Un vero e proprio piatto della tradizione contadina, fatto in modo semplice e con ingredienti facilmente reperibili ed economici.
Le origini del macco di fave pare che risalgano addirittura all’antica Roma. Il nome, infatti, deriva dal tardo latino e vuol dire “schiacchiare, ridurre in poltiglia”; e infatti il macco non è altro che una crema di fave – ottenuta grazie a una cottura prolungata – alle quali viene aggiunta solitamente della verdura o del finocchietto selvatico a seconda della zona in cui ci si trova e a discrezione, ovviamente, del proprio gusto personale.
Patria del macco di fave in Sicilia è Raffadali,comune dell’entroterra agrigentino, che è appunto chiamato ‘u paìsi du maccu’.
Un piatto che fa il giro della Sicilia, che ogni provincia personalizza nella propria maniera, ma che imprescindibilmente mette d’accordo tutti sulla sua bontà e sul fatto che sia una delle portate più rappresentative della nostra cultura gastronomica al di fuori dell’isola.
Nella ricetta tradizionale per preparare il macco, le fave vengono lavorate fino a formare quasi una purea morbida e aromatica che, per gli irriducibili della pasta, può essere allungata con un po' d'acqua fino a formare una zuppetta in cui cuocere i formati corti come gli spaghetti spezzati.
Inoltre il macco di fave può essere "fritto" in piccoli e sfiziosi quadretti che nulla ha da invidiare al finger food di ultima generazione, da servire per l'aperitivo e perfette anche per i vegetariani e i vegani.
Non c'è nonna siciliana, o meridionale in generale, che non l'abbia preparata almeno una volta ai nipoti. Noi vi presentiamo la versione, che poi è quella antica, proposta da Nonna Razia, una nonnina molto seguita su Instagram per le sue video ricette.
Ed eccola preparare una deliziosa pasta col macco di fave. Un vero e proprio piatto della tradizione contadina, fatto in modo semplice e con ingredienti facilmente reperibili ed economici.
Le origini del macco di fave pare che risalgano addirittura all’antica Roma. Il nome, infatti, deriva dal tardo latino e vuol dire “schiacchiare, ridurre in poltiglia”; e infatti il macco non è altro che una crema di fave – ottenuta grazie a una cottura prolungata – alle quali viene aggiunta solitamente della verdura o del finocchietto selvatico a seconda della zona in cui ci si trova e a discrezione, ovviamente, del proprio gusto personale.
Patria del macco di fave in Sicilia è Raffadali,comune dell’entroterra agrigentino, che è appunto chiamato ‘u paìsi du maccu’.
Un piatto che fa il giro della Sicilia, che ogni provincia personalizza nella propria maniera, ma che imprescindibilmente mette d’accordo tutti sulla sua bontà e sul fatto che sia una delle portate più rappresentative della nostra cultura gastronomica al di fuori dell’isola.
Nella ricetta tradizionale per preparare il macco, le fave vengono lavorate fino a formare quasi una purea morbida e aromatica che, per gli irriducibili della pasta, può essere allungata con un po' d'acqua fino a formare una zuppetta in cui cuocere i formati corti come gli spaghetti spezzati.
Inoltre il macco di fave può essere "fritto" in piccoli e sfiziosi quadretti che nulla ha da invidiare al finger food di ultima generazione, da servire per l'aperitivo e perfette anche per i vegetariani e i vegani.
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