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Luca con il pandino del nonno da Modica a Capo Nord: nei viaggi conta il percorso

Più che la destinazione, in alcuni viaggi è importante la strada che percorriamo: Luca Giannone (nemmeno trentenne) ci racconta la sua impresa attraverso l'Europa

  • 20 aprile 2019

Luca Giannone a fianco della sua Panda

Passerà sicuramente una domenica di Pasqua e un lunedì di Pasquetta a dir poco alternativi. Luca Giannone, 26 anni, fotografo freelance, è partito dalla sua città a Modica, in provincia di Ragusa, con la vecchia panda del nonno con l’obiettivo di arrivare fin su per la Norvegia, a Capo Nord.

Un’auto alla quale Luca è molto legato e che l’ha visto salire a bordo prima come passeggero e adesso come guidatore. «Questa panda apparteneva a mio nonno, ed è stata l’unica macchina che io ho voluto mi venisse regalata al mio diciottesimo compleanno» racconta Luca.

Si è armato di tanto coraggio ed è partito da Modica lunedì scorso 15 aprile, dopo tre mesi intensi di preparazione. «Negli ultimi viaggi in aereo avevo perso il gusto di viaggiare – spiega Luca – perché avevo sempre la sensazione che mi stessi solo spostando fisicamente, da un luogo ad un altro, anziché quella di viaggiare veramente. Così ho deciso di cambiare modalità di viaggio e provare qualcosa di meno convenzionale e di più spirituale e meditativo».

Per adesso si trova nelle campagne fiorentine, a pochi chilometri da Firenze, e la prossima tappa sarà il Lago di Garda, per poi spostarsi verso Stoccarda, Utrecht e Copenaghen, salendo poi per Stoccolma, Oslo e infine su per la Norvegia fino a Capo Nord.

Il progetto, infatti, si chiama "Panda to NordKapp" (che in norvegese significa Capo Nord). Percorre circa 600 km al giorno, spesso mangia lungo la strada, e prevede di arrivare a destinazione intorno al 10 di Maggio, per tornare poi in Sicilia orientativamente i primi di giugno.

«Nella mia vita ho fatto tanti viaggi, sia per lavoro che per piacere, e ho conosciuto tante persone in giro per l’Europa, per cui ovunque io mi sposti ho la fortuna di dormire dagli amici che mi ospitano e di mangiare alle loro tavole».

Una cinquantina di giorni di viaggio, tra andata e ritorno, che Luca ha reso possibili anche grazie all’uso attivo dei social e ad alcuni sponsor locali che hanno sostenuto la sua causa.

«In molti mi hanno detto che ho avuto un gran coraggio a prendere e partire così in macchina, ma io penso invece che il vero coraggio stia nel perseguire i propri sogni ed io l’ho fatto - conclude - Ricevo migliaia messaggi di supporto ogni giorno ed è questa per me la soddisfazione più grande».
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