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Blake/Hays quartet: quattro fenomeni all’Open Music Club

  • 28 marzo 2004

Seamus Blake (sax tenore), Kevin Hays (piano), Larry Grenadier (contrabbasso), Bill Stewart (batteria), ovvero: come prendere e riunire quattro delle menti più brillanti della scena jazz contemporanea internazionale per formare un dream team ideale, il Seamus Blake / Kevin Hays Quartet ospite lunedì 29 marzo all’Open Music Club di via Nicolò Turrisi  51/53 a Palermo (Special Event  biglietto  12 euro, doppio concerto, prenotazione obbligatoria). E il prodotto di questa ricetta infallibile non poteva che essere un quartetto di fenomeni dove ognuno mette al servizio la propria versatilità e bravura per un progetto d’insieme in perfetta armonia strumentale. E’ un gruppo ormai più che stabile, collaudato alla perfezione grazie alle innumerevoli jam sessions che hanno unito molto spesso i suoi componenti.

Quattro musicisti uniti da uno stile che affonda le radici nel jazz tradizionale per aprirsi poi alle più sperimentali influenze contemporanee. Lo sa bene ad esempio il contrabbassista Larry Grenadier che oltre ad aver suonato con grandi pilastri del jazz (Stan Getz, Betty Carter, Joshua Redman, Al Foster, Tom Harrel, Joe Henderson e Bobby Hutcherson) ha militato anche nel celebre Brad Mehldau trio, realizzando anche brillanti rivisitazioni jazz di brani pop come Paranoid  Android dei Radiohead o Blackbird dei Beatles, il tutto prima di passare anche dal Pat Metheny trio proprio insieme al batterista Bill Stewart. Questo è definito da tutti come un autentica colonna del moderno drumming, apprezzato e richiesto anche lui da nomi prestigiosi: Lee Konitz, Chick Corea, Pat Metheny, Charlie Haden, John Scofield.  Ma i veri leader della formazione sono Seamus Blake  e Kevin Hays. Il primo è un vero solista di razza con un talento fuori discussione, con un curriculum di tutto rispetto: comincia a suonare da giovanissimo, e presto inizia a fare collezione di traguardi, uno tra tanti la Thelonius Monk Competition di New York vinta nel 2002, gara famosa per assegnare solo 20 dollari al vincitore, ma con una giuria di maestri quali Wayne Shorter, Geroge Coleman e Joshua Redman. Dopo numerose collaborazioni illustri, tra cui anche la militanza nella Charles Mingus Band, attualmente è il sassofonista stabile nel quartetto di John Scofield, a cui deve gran parte della propria formazione artistica.

A coronare il tutto il tocco eclettico e imprevedibile del pianista Kevin Hays, dotato di una spiccata personalità e di un genio creativo che gli permettono di suonare in maniera sorprendentemente versatile con uno stile sempre ad alto godimento. Anche lui, neanche a dirlo, vanta una carriera di collaborazioni invidiabile (Sonny Rollins, Chris Potter, Ron Carter, Joe Henderson, Benny Golson, Roy Haynes e Donald Harrison) che lo ha portato a essere uno dei pianisti più richiesti dell’attuale scena jazz.

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