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Così fan tutti: come è difficile non essere interessati

  • 29 dicembre 2004

Così fan tutti (comme une image)
Francia 2004
Di Agnès Jaoui
Con Marilou Berry, Jean-Pierre Bacri, Agnès Jaoui, Keine Bouhiza, Virginie Desarnauts, Laurent Grévill

Una ragazza cicciotella e infelice con la passione del canto, un’insegnante di canto con un marito scrittore e uno scrittore affermato padre della ragazza, questi i personaggi principali dell’ultimo film della premiata coppia Agnès Jaoui (regista e attrice) / Jean-Pierre Bacri (attore) dal titolo “Così fan tutti” (con Marilou Berry, Jean-Pierre Bacri, Agnès Jaoui, Keine Bouhiza, Virginie Desarnauts, Laurent Grévill , tutti molto bravi), un misurato racconto che, in maniera delicata e profonda, gravita intorno al tema dell’opportunismo dilagante, inducendo a interessanti riflessioni a riguardo. Infatti, il bel film francese, ricco di dialoghi intelligenti e non senza ironia (fin dal titolo che trova nell’originale “Comme une image” una più vivace resa), confermando l’acuto stile della coppia (loro il delizioso “Il gusto degli altri”), ci mostra come sia ormai facile cedere alla convenienza, dare ascolto ad una persona (che altrimenti non avremmo sicuramente considerato) solo perché può tornarci utile e come d’altro canto sia invece difficile poter trovare qualcuno che sia animato da sentimenti sinceri quando ci sono grandi interessi di mezzo. Pierre, uno scrittore sconosciuto (interpretato da Laurent Grevill), comincia a sentire odor di successo e conosce un importante e famoso scrittore ed autore, Etienne (Jean-Pierre Bacri), padre superficiale di Lolita, cicciotella infelice (Marilou Berry) che studia canto con Sylvia (Agnès Jaoui, la brava regista) moglie di Pierre.

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Il lento ma consistente mutare dei comportamenti e dei gusti viene descritto con semplicità, grazie anche al tranquillo ritmo narrativo e alla fresca naturalezza della recitazione, dando modo così ancor di più allo spettatore di analizzare quei meccanismi emotivi e comportamentali che caratterizzano spesso le relazioni interpersonali dei nostri giorni. Oltre al resto, in questo trattato comportamentale che ci fa pensare al grande Resnais (non a caso se pensiamo che la regista ha collaborato in passato con lui, vincendo due dei suoi tre Cèsar come sceneggiatrice per “Parole Parole Parole” nel 1997 e “Smoking/ No Smoking” nel 1993, e riportiamo per completezza di informazione che sempre come sceneggiatrice il terzo lo ha vinto nel 1996 con “Aria di famiglia” di Cedric Klapisch) ci sembra emblematica la trasformazione di Pierre, lo scrittore, man mano che il suo successo trova sempre più conferme (i suoi gusti cambiano per compiacere Etienne, lo scrittore più famoso). E se purtroppo (è duro doverlo ammettere ma è la realtà di oggi) da un lato certi comportamenti opportunistici sono ormai quasi automatici, non essendovi alcuna remora di carattere etico a contrastarli, dall’altro diventa assai difficile trovare sentimenti sinceri e disinteressati, e per questo assai preziosi. Ma per fortuna ci sono ancora, basta sapere dove cercare.

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