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Difesa ballerina e il Palermo "perde la testa"

  • 16 ottobre 2006

PALERMO-ATALANTA: 2-3
PALERMO
: Fontana; Cassani, Zaccardo, Barzagli, Pisano; Diana (15' st Guana), Corini, Simplicio (31' st Brienza), Bresciano 6 (15' st Caracciolo); Di Michele; Amauri. In panchina: Sirigu, Parravicini, Biava, Capuano. Allenatore: Guidolin
ATALANTA: Calderoni; Adriano, Rivalta (1' st Talamonti), Loria, Bellini; Tissone, Bernardini, Migliaccio, Ariatti; Doni (28' st Donati); Soncin (29' pt Ventola). In panchina: Ivan, Bombardini, Ventola, Manzoni, Magrin. Allenatore: Colantuono
ARBITRO: Banti di Livorno
RETI: 13' pt Doni, 18' pt Bresciano, 31' pt Rivalta, 45' pt Corini (rigore), 11' st Tissone
NOTE: giornata nuvolosa, terreno in buone condizioni. Spettatori: 21.716 per un incasso di 399.932,73 euro. Ammoniti: Pisano, Cassani, Migliaccio, Guana, Adriano. Angoli: 7-2 per l'Atalanta. Recupero: 3' pt, 5' st.

E' vero che per vincere bisogna fare almeno un gol in più degli avversari, ma quando di gol se ne prendono davvero tanti non sempre è facile ribaltare la situazione, nemmeno per un potenziale d’attacco ben assortito come quello del Palermo. E così la sconfitta interna con l’Atalanta rispecchia perfettamente il “quadro clinico” di questo Palermo che subisce troppe reti, incapace di contrastare gli avversari e di bloccare le loro azioni. Gli attaccanti dell’Atalanta sembrano poter agire indisturbati, fanno quello che vogliono e solo i provvidenziali interventi di Fontana limitano ulteriormente i danni. Non si può certo dire che il Palermo abbia giocato male, perché sarebbe inesatto, ma è più giusto dire che il Palermo a giocato male in difesa, è stato costretto a rincorrere per tutta la gara ed alla fine ha incassato una sconfitta meritata.

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L’Atalanta passa in vantaggio al 13’ con un colpo di testa di Doni che sfrutta un cross dalla sinistra, anticipa Zaccardo e approfitta dell’uscita sbagliata di Fontana. Il Palermo però reagisce e agguanta il pareggio cinque minuti dopo: molto bravo Amauri che entra palla al piede in area e serve Bresciano che infila Calderoni. Dopo il pari ci si aspetta un assetto tattico più equilibrato del Palermo che invece subisce continuamente gli attacchi degli avversari ed ogni azione crea scompiglio e panico nella nostra area. Al 31’ infatti arriva il nuovo vantaggio dei bergamaschi, proprio su una mischia in area in cui nessuno è stato in grado di buttare la palla fuori.

Ci pensa invece Rivalta a beffare Fontana. Il portiere, chiamato a sostituire l’infortunato Agliardi, è costretto a togliere la palla dalla rete per altre due volte, evitando il gol che avrebbe chiuso la partita. Solo nel finale si assiste all’assalto dei rosanero che prima reclamano un calcio di rigore per un vistosissimo fallo di mano in area, e poi se ne vedono assegnato uno per un fallo su Di Michele. Dal dischetto va l’esperto Corini che non sbaglia e fa 2-2.

Nella ripresa ci si aspetta qualche cambio, se non altro per equilibrare un centrocampo troppo sbilanciato e bloccare sul nascere le azioni dei nerazzurri, ma Guidolin lascia la squadra invariata e i nostri avversari affondano con tranquillità, come lame sul molle burro che è la difesa del Palermo. E meritato arriva il nuovo vantaggio bergamasco con Tissone che inventa un tiro potente e preciso da fuori area. Solo a questo punto della gara Guidolin capisce che è ora di fare qualcosa e mette in campo Guana per equilibrare il centrocampo, e Brienza e Caracciolo per dare maggiore peso in attacco.

Il risultato produce diverse azioni ma gli attaccanti rosanero risultano imprecisi e Calderoni non corre particolari pericoli. Finisce così 3-2, una sconfitta che forse si poteva evitare ma che punisce più il modulo che i giocatori. Il 4-3-2-1 di Guidolin che tante emozioni e spettacolo ci ha regalato fino ad ora, è troppo sbilanciato in avanti e l’inferiorità numerica a centrocampo lascia troppo campo libero agli avversari. di sicuro occorre lavorare molto per migliorare questa lacuna e non sprecare così un potenziale che può volare davvero alto.

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