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Fiori di zucca, pomodori e gamberetti: altro che mari e monti!

Siete a cena da un’amica straniera, che incuriosisce tutti gli invitati parlando di un’invenzione che ha preparato. Non anticipa nient’altro. Chiacchierate amabilmente in salotto, bevendo un aperitivo e aspettate il momento fatidico. Finalmente a tavola. Appaiono vassoi pieni di verdure in pastella e fin qui niente di nuovo. Purtroppo sono state fritte con il burro. Va bene, pensate, l’amore, l’amicizia superano anche le peripezie gastroenteriche. Abbozzate e finite di mangiare ciò che avete nel piatto.

Finalmente arriva la grande invenzione. Lei è raggiante, invita tutti a servirsi abbondantemente. Ancora non avete capito cosa siano quelle forme non ben identificabili. Poi captate qualche parole dai commensali. Ah, fiori di zucca fritti, sempre in pastella. E molto probabilmente sempre fritti nel burro. Non hanno un brutto sapore, sono forse un po’ ‘nsivati. Ma non è possibile rifiutare, non è possibile non complimentarsi, né è carino svelare che le vostre trisavole già preparavano questa prelibatezza.
Non resta che prendere una piccola porzione e mangiarla. Non sono poi così male. Quando la vostra amica vi si avvicina, sorridente, alla fine del pasto, se siete molto intimi, potete suggerirle di sostituire il burro allo strutto, ma lasciate che sia lei a scoprire la verità sull’origine della ricetta.

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Purtroppo i fiori di zucca sono di difficile reperimento. Ma se li trovate, prendetene una grossa quantità, per lo meno 2 kg, e cucinateli in ogni modo: soffritti con l’aglio, nella frittata, con la pasta, con il riso. Due i modi in cui li amo: con la famosa pastella e con gli spaghettoni e gamberetti.

Per la prima ricetta si procede facendo, appunto, la pastella. Servono per 20 fiori, ben lavati e privati del gambo e dei pistilli, 4 uova con 3 o 4 cucchiai di farina, mezzo bicchiere d’acqua e 1 cucchiaio di birra per la lievitazione e un po’ di sale. Si amalgama bene il tutto, facendo attenzione a non creare grumi e poi si immergono i fiori e si friggono in abbondante olio. La mia mamma, che ogni tanto ha le firnicie, si mette a fare cose complicate e pacienziuse come inserire il ripieno fatto con tuma, mollica, sale e pepe nei fiori. Cose delicate, buonissime che fa una volta ogni morte di papa, lasciandoci sempre "con la spina in gola"!

Per la pasta invece servono 4 pomodori maturi spellati e tagliati a listarelle, sostituibili con 300 gr di pomodorini. Si ‘ngrancia 1 cipolla e si versano nel soffritto con il peperoncino e il sale. Nel frattempo, in un’altra padella, si soffrigge l’aglio e mezzo chilo di fiori e si cuociono a fiamma vivace. Si scolano al dente 500 gr di spaghettoni e si versano nella padella con i pomodorini con un po’ di acqua di cottura, si aggiungono 400 gr di gamberetti sgusciati, ancora crudi e i fiori di zucca. Si maneggia il tutto per due minuti e si serve su un piatto a portata, cospargendo di prezzemolo tritato. Sentirete che delizia, altro che pasta mari e monti! Decidete voi per quante persone devono bastare!

L'Abbinamento

L’abbinamento a questo meraviglioso piatto può essere proposto soltanto se viene presentato a se stante, come antipasto, e non come contorno. La semplice struttura, la grassezza degli ingredienti (uovo) e i sentori dei fiori di zucca devono concordare con vini deboli di corpo ma con un buon profumo e freschezza. Il vino adatto a questo preparazione gastronomica è un bianco fresco da vitigno semiaromatico, come un Sauvignon Blanc, un vitigno ampiamente coltivato in diverse zone della Sicilia.

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