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Folkage: note mediterranee senza confini

  • 21 novembre 2005

In programma al Metropolitan Movie Theater di Palermo il 23 novembre (viale Strasburgo 358, Sala Verde, ore 21, ingresso 10 euro, ridotto 7euro per i possessori della "Metropolitan Card") l’ultimo concerto dei Folkage - reduci dalla "notte bianca del satiro danzante", lo spettacolo che ha fatto da traino (il 15 ottobre scorso a Mazara del Vallo) alla riapertura del Museo del Satiro - comprende arrangiamenti di temi noti del folklore nostrano, con produzioni caratterizzate da energia e pathos, gemellanti i timbri ritmici di culture in apparenza lontane, ma fatte di una popolanità calorosa e solare come la nostra.

Una rilettura musicale, oltre ad essere un tributo di periodo, spesso contiene i geni di un passato inespresso, un passato dalle grandi potenzialità, che può ancora offrire tanto alla ricerca del linguaggio universale condiviso nei diversi angoli del globo. Una miscela di ritmi che rivitalizza l’ascolto del presente e che trova giustificazione alle scelte di qualità nel fare musica: Folkage ha tutti questi requisiti. Nato come gruppo, costituito da ben noti musicisti siciliani - Anna Bonomolo (voce solista), Diego Spitaleri (piano e tastiere), Sebastiano Alioto (batteria), Aldo Messina (basso), Innocenzo Bua (fisarmonica) e Gianni La Rosa (percussioni) -, il progetto si propone come ricerca mediata tra la folk-traditional-sound e la etno-pop nazionale e non, strizzando l’occhio ai vari folk’s world - dagli "Olodum" di Bahia, ai tanghi Argentini, al Fado portoghese, al più noto Reggae jamaicano. Rivivono così, per tornare nostri confini, i miti di Rosa Balistreri, siciliana doc, e Domenico Modugno, siciliano acquisito, di Roberto Murolo, per il classico partenopeo, fino ai contemporanei di seconda e terza generazione, Pino Daniele o Enzo Gragnaniello, per un progetto che filtra le sonorità attuali senza perdere le origini dialettali. Per questo motivo, al repertorio "in programma", immancabilmente rivisitato, come "Vitti na crozza", "Ciuri Ciuri", "Dicinticillo vuie" a "Tu si nà cosa grande"- per nulla snaturati, anzi sublimati da arrangiamenti proiettati nella modernità dei suoni - il gruppo ha voluto inserire delle composizioni inedite, anch’esse in dialetto siciliano, scritte in collaborazione con Marcello Mandreucci. Una collaborazione, questa ultima, che s’affianca in parallelo al lavoro di ricerca intrapreso da tempo e che ha dato origine a due brani - "Siddu arrinascissi" e "Viva a’ musica" - entrambi testimonianza di una sicilianità multi-sfaccettata, che riesce a compenetrare chi ascolta nelle suggestioni mediterranee prive di confini geografico-musicali.
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Un gruppo che nel quartetto Bonomolo, Spitaleri, Alioto, Messina trova origine comune nell’esperienza già rodata e di successo dei Palermo Spiritual Ensemble - gruppo questo che ha condiviso il palco con The Chieftains e gli Earth Wind & Fire, ma che ha anche attinto alla fusione di due culture: quella europea, con la sua tradizione melodico-interpretativa in costante evoluzione, e quella nero-americana, con magie e ritmi intrisi di contestazione sociale e causa religiosa. Il tema "siciliano", pertanto, sviluppato dai Folkage oggi, ha origini lontane, se guardiamo all’esperienza dei "Palermo Spiritual Ensemble", con il cd titolato Gospirit, in cui compaiono due inediti gospel proprio in dialetto siciliano (uno dei quali - "Stella" - scelto da Rai International come sigla per un documentario su Palermo, n.d.r.). Ed è ancora la sicilianità, ilare ed ironica, che lega il nome di Spitaleri - pianista di spicco dei maggiori progetti musicali isolani, degli ultimi ventanni, fra cui la etno-jazz SUN e la collaborazione con Francesco Baccini - ad un altro momento passato, il gruppo "Le Cozze".

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