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“Geometria del silenzio”, percezioni del quotidiano

  • 24 luglio 2005

Frasi in successione, lettere in fila da decodificare, poesia dell’intimo che cerca il vestito giusto per mostrare l’inquietudine di chi non si accontenta della superficie delle cose, di vita riflessa. Marco Milone sembra sincero, nudo di fronte alla vita, i suoi versi la rincorrono, malinconici percorrono spesso a ritroso i sentieri di un passato che non può tornare, ma che inevitabilmente è memoria. “Geometria del silenzio” (Edizioni Akkuaria, euro 12) è l’ultima raccolta di poesie del giovane autore palermitano, già rivelatosi in passato attraverso diversi concorsi letterari e pubblicazioni come narratore e poeta per alcune antologie. Collaboratore della casa editrice “Comixcomunity” e della rivista "Succo acido", è redattore della rivista “Inguine Magazine” e scrive anche per le e-zine “Ultrazine”, "Comisus", "Comicscode" e "Lospaziobianco"; nel 2003 esce la sua prima raccolta “L’eterna condanna e altri racconti” (2003).

Le poesie dello scrittore risultano familiari, sono percezione del quotidiano, è impossibile non appartenere almeno ad una di esse, ed è impossibile che nessuna di esse ci riproponga un aspetto, un’emozione, un confine della nostra vita. L’autore affronta i grandi perché dell’esistenza: morte, amore, piacere e inadeguatezza, la ricerca del divino, l’osservazione sfalsata del particolare, il futuro incerto ed il passato ormai perso. Può il silenzio svelare le formule della sua geometria? Può ancora la poesia, in un’epoca di ristrettezze temporali, fermare lo sguardo su ciò che c’è intorno e divagare sull’attimo? «Frammenti di tempo si disgregano nello spazio, e noi dormiamo inconsapevoli intanto che il nostro presente si disgrega». Qualcuno sostiene che il silenzio è d’oro, altri non riuscirebbero neanche un’istante ad uscire dal caos sonoro, Milone lo cerca questo grande immenso, ne accenna le forme, crea stanze insonorizzate di memoria ma non sfugge la ricerca, sfidando il cinico procedere della vita, sostenendo un’esistenza che a tratti sembra soccombere rassegnata all’incomprensione del dolore.

E' naturale chiedersi come mai la voce di un autore giovane possa già a tratti risultare tanto stanca di resistere alla vita, ma il binario percorso da Marco è di confine, quello che urla in faccia le zone d’ombra dell’esistenza, abbastanza scomodo al mondo fittizio di creme idratanti e tecniche di rilassamento. Sfiorando i contorni e le dimensioni dell’esistenza, visitando gli interstizi dell’apparenza, riemergono dubbi e novità, nuove angolazioni e infinite interpretazioni, questa è la poesia, questo è l’impegno letterario dell’artista condannato o graziato nel percepire e analizzare tutto chissà quante volte in più rispetto a chiunque altro.
«Non saremo mai soli, di voci misteriose, di ombre notturne, il cielo è pieno». Per maggiori info www.milonemarco.tk.

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