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Gioppè Di Bella: l’emozione della geometria

  • 7 novembre 2005

La Galleria Arkadhia Arte Contemporanea, in via Dante 17 a Palermo, presenta la mostra di un artista la cui produzione costituisce ormai parte della storia dell’arte italiana. Gioppè Di Bella (Trapani, 1945) è infatti considerato uno degli esponenti più importanti della optical art o dell’arte cinetica in Italia e grazie a questa mostra, "Armonie. Esercizio di stile" a cura di Francesco Gallo (visitabile fino al 30 novembre dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20), è sicuramente possibile farsi un’idea di tutte le evoluzioni del suo lavoro. Le opere meno recenti sono acrilici su tela che ci riportano alla produzione di Victor Vasarely, mentre negli anni successivi, in particolare verso la fine degli anni 80, abbiamo un forte richiamo all’arte optical in cui la maggiore attenzione viene data all’indagine della percezione visiva, ottica delle immagini e dei colori. La produzione di Di Bella, alla fine degli anni 60, subisce infatti l’influenza di artisti come Castellani e Bonalumi che in quel periodo gravitavano intorno a Milano, città in cui l’artista risiede a partire dal 1967.
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Ma la particolarità della produzione di questo artista risiede nell’uso della doppia tela che lascia la possibilità di filettare, incidere il mezzo artistico richiamandosi ai "tagli" di Lucio Fontana. La tela infatti è ripiegata su se stessa, annodata e modellata dandoci ancora di più l’idea del movimento, grazie al gioco di ombre e di luci, in cui la geometria appare la nota dominante ma che è continuamente rielaborata. Grazie a differenti materiali tra cui il plexiglass (specchio) e l’acrilico su tela sagomata l’artista indaga sul concetto di bidimensionalità, per poi giungere in fine, nelle opere più recenti, ad una tridimensionalità che sfocia nella scultura in cui anche la sfera e non più soltanto il quadrato o il triangolo, viene ammessa a far parte della figuratività di Di Bella. Scrive infatti Marcello Palminteri in una nota critica in catalogo: "La particolarità di Di Bella risiede proprio nella concretizzazione di uno stile capace di elaborare un vasto repertorio, un vocabolario immaginifico il cui vigore formale e cromatico si agita in ogni composizione, non negando mai i lati emozionali del suo intervento".

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