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“Il Matrimonio segreto” al Teatro Massimo

Quest’opera di raffinata fattura musicale, in cui la melodia fluisce dolcemente e si interseca con i guizzi ironici della commedia dell’arte, comincia dalla fine

  • 15 novembre 2003

Il Teatro Massimo presenta come secondo titolo del cartellone di opere e balletti 2003/2004 Il Matrimonio segreto una deliziosa opera del Settecento di Domenico Cimarosa su libretto di Giovanni Bertati dalla commedia The clandestine Marriage di George Colman senior e David Garrick. L’orchestra del Massimo sarà diretta da uno specialista di questo repertorio, Ottavio Dantone, che debutta sul podio palermitano; per questo nuovo allestimento le scene e i costumi sono di Roberto Rebaudengo, mentre la regia è di Filippo Crivelli, un atteso ritorno sulle scene palermitane. Nel cast alcuni fra i più interessanti e apprezzati giovani cantanti italiani di oggi, fra i quali Andrea Concetti (Geronimo), la palermitana Laura Giordano (Carolina) e Natale De Carolis (Il conte Robinson). Con loro inoltre Maria Costanza Nocentini (Elisetta), Damiana Pinti (Fidalma), Joerg Schneider (Paolino). Tutti insieme saliranno sul palcoscenico, dopo il debutto di sabato 15 novembre, per le repliche di giorno 18 (alle 18.30) e di giorno 23 (alle 17.30); Enzo Di Matteo, Manuela Bisceglie, Fabio Previati, Elena Rossi, Lorena Scarlata e Andrea Giovannini saranno invece i protagonisti delle altre repliche, in programma domenica 16 (alle 17.30), giovedì 20 (alle 18.30) e sabato 22 (alle 20.30).

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Cimarosa è il più raffinato compositore italiano contemporaneo di Mozart, premiato da una illustre carriera internazionale: attivo prima fra Napoli e Roma, poi a Milano e Venezia, quindi Pietroburgo alla corte dell’Imperatrice Caterina, quindi a Vienna, dove proprio Mozart aveva lasciato da poco un grande vuoto. E nella capitale dell’Impero asburgico viene messo in scena al Burgtheater il 7 febbraio 1792, il suo più noto lavoro Il Matrimonio segreto, replicato tantissime volte per volere di Leopoldo II. Quest’opera di raffinata fattura musicale, in cui la melodia fluisce dolcemente e si interseca con i guizzi ironici della commedia dell’arte, comincia dalla fine: Carolina, figlia minore di Geronimo, ha già sposato, segretamente, il giovane servo Paolino. Il ricco mercante Geronimo naturalmente aspira a ben altro per le Carolina, Elisetta e, soprattutto, per se stesso: titoli nobiliari! Paolino cerca contemporaneamente di trovare un nobile marito per Elisetta e lo individua in un amico squattrinato ma conte, tale Robinson, a sua volta in caccia di dote.

L’intreccio si infittisce perché la zia Fidalma, giovane vedova, “adocchia” Paolino e spera di aver ricambiato le sue attenzioni; Robinson dal canto suo, desidera sposare Carolina e per questo è pronto a rinunciare a metà della dote. Dopo un serrrato susseguirsi di dialoghi, parole dette e non dette, sguardi e contratti prematrimoniali, tutti meditano singolarmente una fuga con il proprio amato e così Elisetta, credendo di beccare in flagranza Robinson e la sorella minore, la trova invece con Paolino! L’imbroglio si scioglie, la coppia è perdonata, l’unione è benedetta da Geronimo, così come quella fra Elisetta e Robinson. Su un tessuto musicale senza intoppi, che oscilla dalla Zauberflöte alle Nozze di Figaro; i personaggi interagiscono musicalmente in duetti, terzetti e cavatine, privilegiando i declamati e limitando le arie solistiche. L’orchestra suona “mediterranea” (la natia Aversa e Napoli sono ben presenti nella mente di Cimarosa), la tessitura predilige i fiati, marca ironicamente i toni addolorati, sonorizza gesti compiuti o allusi, anticipa i temi. In alcuni passi però già si costruisce il moderno, Rossini e il suo amore per il ritmo e per le onomatopee.

L’innocenza, la naturalezza, la bellezza melodica hanno fatto sì che quest’opera sia sempre rimasta nel repertorio di tutti i teatri lirici europei e la musica di Cimarosa stregò anche Stendhal e gli fece dire "La mia vita fu rinnovellata, e sparì per sempre il disinganno di Parigi. Avevo chiaramente compreso dove fosse la felicità, l’effetto della musica del Matrimonio segreto è di farmi trovare meno ostacoli in tutto". Dopo il grande successo di quest’opera, nel 1793 il compositore tornò a Napoli e si dedicò attivamente alla stesura di opere serie. Sei anni dopo venne condannato a morte a causa della sua partecipazione alle rivolte repubblicane nella città partenopea (scrisse anche un Inno repubblicano su parole di Luigi Rossi). Venne graziato, ma comunque non rimase nella sua città natia, ma si spostò a Venezia, dove morì l’11 gennaio 1801 per un tumore all'addome, dopo soli otto giorni dal manifestarsi del male. Biglietti da 14 a 97 euro. Informazioni al numero verde 800655858 o a al botteghino allo 091.6053555 - e-mail: biglietteria@teatromassimo.it

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