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Il progetto oscuro di Miss Violetta Beauregarde

  • 24 marzo 2006

Un concerto sicuramente "controverso" quello che vedrà Miss Violetta Beauregarde sul palco dei Candelai di Palermo (via Candelai 75) giovedì 30 marzo. Violetta è nata in Svizzera ma è italiana; nel 2004, dopo aver comprato una tastiera giocattolo per dieci euro e qualche effetto per chitarra, ha deciso di iniziare a "farsi sentire". Il suo è un techno-punk fuori da ogni regola e di difficile classificazione, infatti usa la strumentazione a sua disposizione per creare rumore elettronico. Il suo disco d’esordio "Evidentemente non abito a San Francisco" è mezz’ora di "beat drum’n’bass punk" su cui le urla di Violetta si confondono coi rumori. Suoni a casaccio, grida di rancore, il suo sound colpisce come un pugno allo stomaco ed è veramente difficile riuscire ad ascoltare più di due pezzi in sequenza. A maggio 2006 è prevista l’uscita del suo nuovo lavoro con l’etichetta Temporary Residence Ltd. dal titolo "Odi profanum vulgus et arceo".

Ancora più interessante sono i trascorsi di Miss Violetta. Per chi non lo sapesse, la rumorosa e aggressiva performer è conosciuta anche e sopratutto come ex "suicide girl", movimento che sta facendo letteralmente impazzire buona parte della popolazione maschile. "Suicide girls" è un sito che raccoglie foto softcore di ragazze "controcorrente", che amano la musica punk, gotica e metal e che il più delle volte presentano numerosi piercing e tatuaggi: dietro congruo pagamento, è possibile la "visione" di queste ragazze non necessariamente "belle", ma sicuramente "dannate". Dopo la rottura col sito perché diventato troppo "commerciale", vomitando pesantissime accuse dal suo blog personale (http://heidi666.splinder.com) in risposta ad un articolo di Fabio De Luca comparso su Repubblica XL, dove il giornalista denunciava la finzione di tale divorzio – la signorina risulterebbe infatti ancora regolarmente stipendiata da www.suicidegirls.com –, Violetta, con la sua consueta virulenza, ha dichiarato: «È cosa nota e assodata che una discreta fetta della categoria dei giornalisti musicali [...] non essendo capaci di compiere una determinata attività, solgono disquisirne, male, con uno stile farcito di velleità frustrate, con supponenza, livore, gratuità, ricerca spasmodica dell’hype e della leccata di culo alla chiappa del momento». Attenzione, quindi, a non farla incavolare!

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