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Il Charleston di Palermo compie 50 anni: foto, ricette e storia nel libro celebrativo

Nel 1967 il ristorante Charleston apriva a Palermo nella sede di piazzale Ungheria: oggi un libro ripercorre la vita nel ristorante che ha segnato la storia della città

Balarm
La redazione
  • 23 novembre 2017

Una foto del giorno dell'inaugurazione del Charleston nel 1967

Fin dai primi anni di vita, il ristorante Charleston di Palermo ha raggiunto i vertici del successo diventando famoso anche a livello internazionale per la sua prestigiosa cucina e ottenendo le due stelle della Guida Michelin: è stato il primo ristorante da Firenze in giù a ricevere questo riconoscimento.

Oggi, a distanza di cinquant'anni da quell'autunno del 1967 che lo ha visto inaugurare, è stato presentato il volume "Charleston, 50 anni di cucina d’autore a Palermo" edito da Cronache di Gusto, con testi dalla giornalista Laura Grimaldi e 18 ricette dello chef del Charleston Santino Corso (premiato come Miglior chef under 30 della Sicilia) e con la prefazione di Paolo Marchi di Identità Golose, l'introduzione di Sergio Colantuoni del Corriere della Sera e le fotografie del palermitano Pucci Scafidi.

Da quando Nino Glorioso e Angelo Ingrao, fondatori del ristorante nel 1967, hanno tagliato il nastro nella sede di piazzale Ungheria sono accadute molte cose: il Charleston ha ospitato e servito personaggi di spicco del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, da Maria Callas a Papa Giovanni Paolo II passando per Presidenti della Repubblica e Primi ministri.
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Il Charleston rappresenta un pezzo di storia di Palermo, un’icona non solo della ristorazione ma anche del costume e della cultura della città.

Atmosfere che nel libro rivivono: immagini d’epoca dei clienti ospitati negli anni si alternano alle fotografie di Pucci Scafidi che ritraggono il Charleston contemporaneo, con i suoi dettagli curati e con i volti di chi ogni giorno porta avanti il prestigio del ristorante guidato da Mariella Glorioso e dalle figlie Fiamma e Alice Anello.

Tra uno scatto e l’altro ecco i testi di Laura Grimaldi ripercorrono la storia imprenditoriale nata dall’amicizia tra la famiglia Glorioso e Angelo Ingrao, con aneddoti sui personaggi illustri che erano di casa al Charleston e chicche storiche sulla Palermo d’altri tempi.

È nato in pieno centro e due anni dopo, nel 1969, il ristorante creava anche una sede estiva all’Antico Stabilimento Balneare di Mondello, che diventa poi unica sede nel 1999.

Poi, nel 2011, ecco che avviene il trasferimento del locale nella villa dei Conti Bernard de la Gatinais, la dimora in stile Liberty fronte mare, sempre a Mondello, attuale sede del Charleston.

E a completare il volume, diciotto ricette di piatti gourmet creati proprio dal giovane chef del Charleston di oggi, Santino Corso, premiato quest’anno come miglior chef under 30 della Sicilia alla Gara di Gusto.

Nel libro le ricette gourmet dello chef Corso affiancano quelle dei piatti che hanno fatto la storia della ristorazione della città, come gli involtini di pesce spada, inventati al Charleston nel 1971 e diventati poi un punto cardine della cucina palermitana.

«Questo libro è stato pensato per dare un riconoscimento a chi ha reso famoso il Charleston in Italia e nel mondo – racconta Mariella Glorioso, titolare del ristorante e ideatrice del libro – Cinquant’anni sono un traguardo importante, sono pochi i ristoranti che possono vantare tale longevità. Noi ce l’abbiamo fatta grazie al lavoro di tutti quelli che hanno lavorato in passato e che hanno dedicato buona parte della loro vita al ristorante Charleston. E continuiamo a portare avanti questo lavoro con gli attuali nostri collaboratori, che ancora sostengono quest’azienda e credono nei suoi progetti futuri».

«Questa prima di tutto è la storia di un’amicizia, quella tra Glorioso e Ingrao, i fondatori del Charleston – racconta Laura Grimaldi – Per me è stato emozionante scoprire come sia cambiata Palermo negli ultimi 50 anni rivivendo la sua storia attraverso quella del ristorante. La storia di un ristorante che, come Palermo, è in continua evoluzione».
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