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Il vulcanico Zamparini “scomunica” il Palermo

Campionato, ottava giornata, domenica 23 ottobre 2005, Milan-Palermo 2-1

  • 25 ottobre 2005

Ciò che è avvenuto all’interno della “scala del calcio”, ovvero quello stadio San Siro-Meazza dove nello scorso torneo il Palermo di Guidolin giocò prestazioni convincenti strappando due punti, frutto di altrettanti pareggi contro le milanesi, è poca cosa rispetto alle dichiarazioni infuocate rilasciate dal presidente del Palermo Maurizio Zamparini. Per noi pallonari non è più una novità che gli aspetti tecnici e tattici di un incontro passino in secondo piano rispetto al divampar delle polemiche: presunti torti arbitrali subiti, doping, passaporti falsi, bilanci truccati da plusvalenze e di recente dalla moda “se firmi il rinnovo contrattuale, giochi”; ma è anche vero che Zamparini è un personaggio che attira le attenzioni di noi fans rosa più di una giocata di Corini o un gol di Caracciolo. Attira soprattutto quei giornalisti che, conoscendo le ire del presidente, spingono riflessioni “a tutto campo”, al termine dei novanta minuti di gioco, ed è ovvio non casualmente. Così il presidente, rosso di rabbia, inveisce contro tutto e tutti mettendo sotto ora Santoni: «è troppo ansioso e non voglio che Del Neri lo schieri più», ora se stesso «non m’interessa il bel gioco ma i risultati» e per finire il tecnico e la squadra intera minacciando “guai seri” in caso di mancata vittoria sul Lecce mercoledì al Barbera. Proviamo a interpretare le sue dichiarazioni o conviene forse scrivere che nel momento in cui rilasciava quelle dichiarazioni, era in preda ad un autentico delirio?

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Propendendo per la prima ipotesi il buon Zamparini, ci scuserà se pecchiamo di presunzione andando contro la sua proverbiale esperienza calcistica, ci dovrà certo spiegare come fa un presidente e, badiamo bene, non un tifoso qualsiasi, a “scomunicare” un giocatore tagliandogli testa e gambe e, soprattutto, in mancanza di una alternativa reale e valida che possa occuparne il posto. E poi ancora non fu lo stesso presidente non più tardi di un anno addietro ad investirlo come il “titolare” del primo Palermo in A? Misteri… Deve anche spiegare ai guidoliniani il senso della seconda dichiarazione circa i risultati a sacrificio del bel gioco quando proprio il tecnico di Castelfranco Veneto fu mandato via perché tacciato dal presidentissimo come “tecnico troppo rinunciatario”. Terzo ed ultimo quesito riguarda l’out-out posto a tecnico e giocatori in vista di Palermo – Lecce. Conoscendo l’imprevedibilità del calcio e facendo i debiti scongiuri, quale sarà l’umore dei 25.000 che assieperanno il Barbera in caso di mancata vittoria e magari con un largo vantaggio? Concludendo, vorremmo fare un invito esplicito a quei giornalisti, desiderosi di “scoop” polemici da dare in pasto ai propri editori per vendere più quotidiani, di evitare il “tifoso” Zamparini dell’immediato dopo partita e darne uno anche al presidente. Lei ha imparato a conoscere la piazza palermitana ed anche noi conosciamo le sue sfuriate, le dimissioni ed i successivi ripensamenti ma impari un insegnamento che vale in tutte le latitudini. Non dia la sensazione al tifoso di essere preso in giro perché, se anche la nostra storia è fatta di poco o nulla ed il suo avvento ha del miracoloso, neanche il suo più incallito sostenitore accetterebbe una simile situazione. Ci pensi bene presidente.

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