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In politica si dice il peccato ma non il peccatore

La nota di Agnese Ciulla fa riflettere. Da un lato è di per sè una spia da non trascurare, dall'altro quella stessa nota suona anche un po' stonata

  • 25 ottobre 2012

«Ho ricevuto qualche chiamata in cui mi si diceva "ho sentito che assumete, noi avremmo dei nomi". Delle richieste anche ingenue, perché anche se assumessimo non terremmo certo conto di alcuna segnalazione». Sempre la solita storia. Proprio quando il Comune prova a riattivare un progetto, fermo da anni nei cassetti dei vari assessorati, si scatena un disordine. La polemica è causa ed effetto di un comunicato stampa inviato alle agenzie dall’assessore alla Cittadinanza sociale del comune di Palermo, Agnese Ciulla.

Categorica. Nessuna raccomandazione, nessuna segnalazione da parte dei consiglieri che cercano di “piazzare” i proprio elettori. L’assessore scoraggia proprio «quelle associazioni che vengono in cerca di progetti forti dello sponsor di qualche consigliere. Non accettiamo le sponsorizzazioni di nessuno, qui si va avanti per bandi, per evidenza pubblica».

Ai consiglieri però l’accusa non è andata giù. Durante l’approvazione del bilancio, molti hanno risposto in modo molto piccato all’assessore, soprattutto quelli della maggioranza monocolore Idv. Secondo Alberto Mangano, consiglieri Idv, «il j’accuse lanciato verso i consiglieri rei di avere raccomandato dei disoccupati ha il sapore di una boutade pubblicitaria che finisce per mettere tutti sullo stesso piano. Se davvero c’è stata anche solo qualche richiesta da parte di alcuni di loro per sistemare qualche protetto è bene che l’assessore faccia i nomi oppure si rivolga alla Procura». L’opposizione non aspettava altro. Il capogruppo del Pdl, Giulio Tantillo, risponde alla Ciulla e annuncia la possibile mozione di sfiducia: «L'assessore - dichiara Tantillo - ha il dovere di fare i nomi di chi ha fatto le raccomandazioni. La chiameremo in aula perché li riferisca pubblicamente, ma non escludiamo la possibilità di presentare una mozione di sfiducia nei suoi confronti».

Di certo c'è che la nota di Agnese Ciulla scoraggia e fa riflettere. Da un lato, per il solo fatto di essere stata scritta e diffusa con tanto di firma dell'assessore, rappresenta di per sè un allarme, una spia, da non trascurare: racconta, se non altro, di quanto ancora sia radicato e persistente il vizietto di segnalare il nome di un amico facendo leva sul proprio ruolo o sulle dinamiche della politica. Dall'altro quella stessa nota suona anche stonata, forse proprio perchè denuncia il peccato senza accennare al peccatore. Anche questa una pratica vecchia e che sarebbe pure ora di archiviare, e non solo perchè cade nell'insidiosa trappola di fare di tutta l'erba un fascio. Ma anche perchè rischia di contribuire a quella disaffezione nei confronti della politica e dei politici che si riflette poi nell'astensionismo alle urne e nella disattenzione nei confronti dell'azione amministrativa. Quando invece adesso sarebbe il momento del fare, dell'esserci, del partecipare.

Per il resto, non si può che essere d'accordo: la raccomandazione è da cestinare, sempre e comunque. Che arrivi a destinazione o meno, che provenga dal familiare o dal consigliere comunale. Perchè oltre ad essere una pratica scorretta è anche una pratica vecchia e inefficace e pericolosa che mortifica il merito e rende zoppo il progresso. Ed è da cestinare soprattutto nella nostra testa, non solo nell'ufficio dell'assessore. Basta farlo, e farlo davvero.

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