TEATRO
Ipazia, la violenza diventa un “gioco”
Lo spettacolo “TatGewalttat/silenzioviolenza” elabora il tema della violenza, del potere e della controinformazione diventa così lo specchio dei vizi e delle virtù pubbliche e private
“TatGewalttat/silenzioviolenza” è il titolo dello spettacolo bilingue della Compagnia italo-tedesca Ipazia di Amburgo, che andrà in scena in prima nazionale ai Cantieri della Zisa di Palermo il 30 settembre ed l’1 ottobre alle ore 21,30 (ingresso libero), organizzato dall'associazione Culturale MusiCall con il patrocinio della Regione Siciliana - Assessorato Beni Culturali ed Ambientali e P.I e la collaborazione del Goethe Institut di Palermo. Sei giovani attori/musicisti della compagnia Ipazia (Nicola Möller-LaRosa, Loredana Siragusa, Knud Riepen, Roberto Gionfriddo sono gli attori; Maurizio Saccomanno, percussioni; Henry Altmann, basso; Nicola Möller-LaRosa, Roberto Gionfriddo, voce; Nello La Marca, video; Anke Christina Zimmermann, testo/regia) si esibiranno in uno spettacolo dalla durata di un ora circa, durante il quale, con musiche e canti metteranno in scena il tema della violenza, non soltanto quella fisica ma anche quella della politica e dei media. Il “gioco” è l'invenzione teatrale con cui la compagnia esprime, all'insegna del divertimento e con energica ironia, il propio messaggio.
Lo spettacolo “TatGewalttat/silenzioviolenza” elabora il tema della violenza, del potere e della controinformazione diventa così lo specchio dei vizi e delle virtù pubbliche e private. I testi a cui si fa riferimento sono Politeia (La Repubblica) di Platone e Dantons Tod (La morte di Danton) di Georg Büchner. Secondo il filosofo greco se le società avessero ubbidito ad un preciso codice di comportamento etico, non avremmo nel corso dei secoli assistito ad una serie infinita di misfatti contro l'umanità. Altra fonte d'ispirazione è Büchner, autore del tardo romanticismo tedesco, fautore della connivenza tra pubblico e privato, cioè la politica viene supportata da intenzioni e bisogni privati. Per quanto riguarda il prologo e l'epilogo ci sono riferimenti ad autori contemporanei: Jean Genet, Tahar Ben Jelloun e Igor Man, particolarmente sensibili al conflitto israelo-palestinese e al confonto-scontro tra Islam e l'Occidente. Il messaggio è chiaro: l'uomo, finché si reputa paradossalmente padrone assoluto dell'universo, si troverà comunque in una situazione di status quo, in cui le vicende storiche si ripeteranno drammaticamente e si assisterà ad un crescendo sempre più violento e disumano.
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