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Italia dei Valori, intervista a Giancarlo Cammarata

Giancarlo Cammarata, trentenne, laureando in Filosofia, è il sesto ospite della nostra rubrica "Young Politics", dedicata al sentire politico più giovane

  • 22 ottobre 2012

Giancarlo Cammarata, trentenne, laureando in Filosofia, presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’ Università degli Studi di Palermo candidato alle regionali del 28 ottobre nell'Italia dei Valori, è il sesto ospite della nostra nuova rubrica "Young Politics", dedicata al sentire politico più giovane (Gianpiero Trizzino, Erasmo Palazzotto, Vincenzo Di Trapani, Manfredi Lombardo e Alice Anselmo).

Quali sono i primi tre provvedimenti su cui punterebbe una volta eletto all’Assemblea con Giovanna Marano candidato alla Presidenza della Regione siciliana?
La Sicilia ha bisogno di voltar pagina e cambiare modo di fare politica, il mio progetto politico ha delle priorità. La prima è indubbiamente quella di risanare il bilancio e razionalizzare la spesa. Il prossimo governo deve spendere “meno ma meglio”. Bisogna ridurre i privilegi di coloro che risiedono all’ARS, ridurre le spese dedicate ad esperti e consulenti esterni ed impiegare al meglio i Fondi strutturali. Oggi infatti una evidente incapacità politica ha prodotto un disastro nella spesa dei Fondi strutturali, impegnati solo in minima parte, con un assenza di un’organica programmazione dello sviluppo siciliano e senza conformità ai dettati dei bandi europei. Ciò comporta il forte rischio di perdere, i rimborsi europei pari a 600 milioni di euro. La seconda priorità è favorire la crescita del lavoro e dell’imprenditoria giovanile. Proporrò la creazione di un fondo per il sostegno e per l’incentivazione della giovane imprenditoria, mediante un utilizzo sensato dei fondi europei, dobbiamo evitare che le idee e le capacità dei giovani siciliani possano andare a trovare terreno fertile in altri territori. Fondamentale è inoltre affrontare il problema dei rifiuti, attuando un nuovo piano che affronti con serietà e competenza la gestione della raccolta differenziata, oggi non riusciamo a trasformarla in ricchezza per assenza di impianti di trattamento, il risultato è che le nostre città sono invase dai rifiuti e le nostre discariche sono al collasso.

Il tuo slogan per la campagna elettorale è “Giovani certezze”. In un momento storico di profonda crisi sia per l’Italia, ma soprattutto per la Sicilia, i giovani non riescono a farsi largo. Come mai hai scelto questo slogan?
La politica ha trasmesso ai giovani una serie di illusioni e di false speranze. La mia generazione ha bisogno di una classe politica concreta, che dia certezze e faccia da guida ad un nuovo percorso di crescita sociale e lavorativa. Siamo una generazione cresciuta in un benessere passato ma senza nessuna certezza per il futuro, la nuova classe politica deve essere giovane e pensare ai giovani. Bisogna lavorare per darci qualche certezza in più, e la politica deve avere un ruolo fondamentale.

La Regione Sicilia è quasi in default, la sua classe dirigente è screditata da scandali e inchieste, come riportare i giovani ad appassionarsi alla politica?
Le nuove generazioni sono stanche del vecchio sistema politico, in molti hanno perso la fiducia verso i politici ed i partiti, gli ultimi scandali hanno inoltre alimentato un sentimento crescente verso l’antipolitica. L’azione dei giovani in politica viene continuamente ostacolata da politici attempati che negli anni fanno politica per professione e non per passione, basti pensare che all’ ARS ci sono presenze politiche ventennali, questi ultimi in ogni competizione politica (come in questi giorni) ci martellano con i loro soliti ritornelli elettorali. Bisogna avviare una stagione nuova, dove tanti giovani siano i protagonisti attivi di una politica nuova e creativa, l’unico modo per farlo è darci fiducia andando a votare volti nuovi a discapito della classe politica uscente.

Nelle campagne elettorali il tema più inflazionato è il lavoro. In Sicilia la situazione è critica. Il tasso di disoccupazione è tra i più alti del Mezzogiorno. L’unica alternativa sembra quella di cercare “fortuna” all’estero. Con quali strumenti è possibile fermare la “fuga dei cervelli”?
Gli ultimi dati parlano chiaro, più di trentamila ragazzi annualmente lasciano la Sicilia in cerca di un lavoro, in cerca di un futuro e di stabilità che qui non abbiamo. Tanti non vanno via per scelta ma perché obbligati, la nostra terra da poche possibilità lavorative. Bisogna offrire a questi ragazzi la possibilità di crearsi un futuro ed un lavoro nella nostra terra, c’è la necessità di dare delle prospettive occupazionali. Per attuare ciò è fondamentale puntare seriamente sulle nostre grandi risorse come l’agricoltura, la pesca, le energie rinnovabili ed il turismo, inoltre è necessario attivare un fondo e degli incentivi per avviare nuove realtà imprenditoriali. Il prossimo governo deve attuare delle politiche a favore di quest’emergenza, deve farlo con serietà e concretezza.

La Sicilia, lo Statuto speciale e l’autonomia: i cittadini vedono l’autonomia come un insieme di privilegi concessi solo alla Casta. Come possiamo sfruttare al meglio le potenzialità dell’autonomia?
Lo Statuto Siciliano è qualcosa di prezioso, esso è uno strumento importantissimo, doveva essere la “marcia in più” della nostra Sicilia ma è stato utilizzato dalla politica per massacrare la nostra terra e derubarla, da strumento per lo sviluppo a strumento per lo spreco. Per la nuova classe politica deve essere uno strumento indispensabile, si deve intervenire per una concreta è sensata attuazione.

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