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Jovanotti: "Palermo è stata la mia maestra di vita"

"Lezione" sui generis all'Università di Palermo: a salire in cattedra, Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, per una conversazione tra presente e futuro

  • 28 maggio 2013

Provate a mettere da parte, solo per un secondo, i tristi ricordi legati alle noiose e monotone lezioni universitarie. Dimenticate i volti dei professori scorbutici e immaginate quello di un notissimo cantante, seduto dietro - o meglio sopra - ad una cattedra, pronto a raccontarvi tutto di lui. A vestire i panni del professore, nel pomeriggio di lunedì 27 maggio, è stato infatti proprio Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che in occasione dei suoi 25 anni di carriera ha deciso di incontrare i ragazzi dell’Ateneo palermitano. Migliaia di studenti armati di cappucci, cappelli e ombrelli hanno riempito l’anfiteatro della Facoltà di Scienze della Formazione, già dalle prime ore del mattino.

Nonostante la stanchezza, dovuta al caldo afoso e cocente, si è sollevato dagli “spalti” un vero e proprio boato all’arrivo del cantautore romano. «L’idea è quella di aprire proprio un dibattito con voi di Scienze della Comunicazione. Quindi avete la possibilità di farmi tutte le domante che volete. Anche se vanto una carriera universitaria della durata di due settimane, ho vissuto gran parte della mia vita nel mondo della comunicazione».

Ha iniziato così il suo discorso Lorenzo Cherubini (ph in home di Marta D'Avenia), che con l’ironia che lo contraddistingue ha saputo riscaldare tutta la platea. «La mia è la storia di un ragazzo con il sogno feroce, bruciante, di far parte del mondo dello spettacolo. Io vengo da una famiglia semplice, mio padre ha fatto l’impiegato tutta la vita. Sono semplicemente l’esempio vivente che tutti ce la possono fare, partendo anche solo da un sogno», ha continuato. «Poi un giorno qualcuno mi ha definito un gran comunicatore. Ma questo per me non significa molto perché ognuno di noi è un comunicatore, siamo tutti dei media. Ognuno con la sua storia può comunicare qualcosa e fare la differenza. La comunicazione, infatti, è una porta la cui chiave cambia continuamente».

Una lezione, dunque, dedicata alla comunicazione, un tributo alle parole semplici ed efficaci, come quelle che Jovanotti ha rivolto agli studenti palermitani, sfidandoli e incitandoli a considerare gli ostacoli e i limiti, alternativi punti di partenza. «Quello che abbiamo di fronte è un paese in overdose di presente e con una mancanza fisiologica di futuro», ha proseguito. «Ma io oggi vi vedo qui e mi rendo conto che quello di cui si parla tanto in tv è solo un piccolo squarcio di una realtà molto più grande».

È una sfida in piena regola, quella che Lorenzo ha lanciato ai giovani palermitani, ribadendo più volte che, nonostante sia difficile, emergere oggi non sia del tutto impossibile. «Io ho avuto la fortuna di non aver pensato mai che la mia vita sarebbe stata in discesa. Sono sempre stato lontano dalla logica del posto fisso, attratto dall’instabilità e imprevedibilità degli eventi. È bene ricordare, però, che ogni piccolo investimento presuppone un rischio. E noi cosa siamo realmente disposti a perdere? Attorno a questa domanda non ho solo costruito una canzone, ma la mia intera filosofia di vita».

C'è spazio, infine, anche per il ricordo di Giovanni Falcone: «Palermo è stata la mia grande maestra di vita. Quel 23 maggio di 21 anni fa, mi ha chiamato in causa come persona e ha cambiato la mia prospettiva civile. Ho capito che potevo fare la differenza offrendo il mio microfono per esprimere il giusto senso di giustizia. Questa città, con quella tragedia, mi ha fatto diventare una persona diversa. Non so se migliore, ma sicuramente diversa».
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