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La mala educaciòn: una rovinosa passione

Un film pieno di sentimenti terribili, tutto al maschile, nel quale, sia il contenuto che la forma

  • 15 novembre 2004

La mala educaciòn
Spagna 2004
Di Pedro Almodovar
Con Gael Garcia Bernal, Fele Martinez, Daniel Gimenez-Cacho, Lluis Homar, Francisco Boira e Javier Camara

L’infanzia è uno dei periodi più belli della nostra vita (spesso il migliore) ricco di sentimenti ed emozioni che, sconosciuti sino ad allora, rimangono scolpiti nel nostro cuore così da mantenere immutata la loro intensità anche quando ritornano nei nostri animi, per fortuite rievocazioni, in età ormai adulta. L’ultima opera del bravo regista spagnolo Pedro Almodovar, “La mala educaciòn”, (con Gael Garcia Bernal, Fele Martinez, Daniel Gimenez-Cacho, Lluis Homar, Francisco Boira, Javier Camara) gravita proprio su un sentimento di tal sorta, il primo amore fra due ragazzini di una decina d’anni circa, Ignacio ed Enrique, nato all’interno di una scuola religiosa degli anni 60, sentimento del quale è testimone il direttore e professore di letteratura della scuola, il vizioso Padre Manolo; costui, invaghendosi del piccolo Ignacio, ne segnerà profondamente tutta l’esistenza. Innanzitutto gli attori sono tutti eccellenti ma la prova di Gael Garcia Bernal (già apprezzato nel mitico “I diari della motocicletta”), nei panni anche “en travestì” di Ignacio, uno dei due protagonisti, ha dello strepitoso, muovendosi l’attore sempre con grande naturalezza nelle diverse fasi della narrazione. E qui ecco l’altro carattere senza dubbio vincente del film, l’intricata struttura narrativa, quasi una scatola cinese di racconti, dove però ogni racconto prontamente si rinnova ad ogni nuova apertura della scatola e non aggiungiamo altro perché ci sembra doveroso non togliere alcuna sorpresa allo spettatore.

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L’arguzia, e l’energia creativa, che il regista in altre sue opere finalizzava ad una rappresentazione spesso grottesca e parodiale della realtà (e questo soprattutto nei suoi lavori più lontani nel tempo) qui invece tende, riuscendoci pienamente, alla costruzione il più veritiera possibile di una storia (ed è incisivo per lo spettatore assistere a più versioni della stessa vicenda) per la quale alla fine è enorme la pena e lo sconforto che ne conseguono, tale è la violenza con la quale la rovinosa passione qui mostrata, perversa e irrefrenabile, viene portata a compimento. Un film pieno di sentimenti terribili, tutto al maschile, nel quale, sia il contenuto che la forma, quest’ultima come già detto molto interessante e originale, ci sembra conferiscano alla pellicola una compiutezza maggiore rispetto alle precedenti opere dello stimato artista spagnolo. Una nota in chiusura: questa opera, film d’apertura della 57esima edizione del Festival di Cannes, è stata presentata come l'ennesimo film-scandalo del regista; ci sembra piuttosto che il vero scandalo consista nel bigotto voler ignorare certe temibili peculiarità dei sentimenti umani.

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