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La mediterraneità che accomuna oriente e occidente

  • 10 aprile 2006

Si è inaugurata alla Galleria 61 la collettiva “Da Oriente e da Occidente” (via XX Settembre,61; mostra visitabile fino al 13 maggio, dal martedì al venerdì ore 17-20, sabato ore 10-13 e 17-20; testo in catalogo di Davide Lacagnina). Il titolo della mostra, come conferma la gallerista Cristina Alaimo, intende evidenziare la troppo frequente e ingiusta contrapposizione tra le terre e le culture dell’est e dell’ovest del globo. Quattro gli artisti partecipanti: Giuseppe Colombo (Modica, 1971), Giuseppe Puglisi (Catania, 1965), William Marc Zanghi (Wichita-Kansas, 1972), Stefano Cumia (Palermo,1980) che fanno parte di realtà siciliane differenti ma in qualche modo simili. I primi due artisti, infatti, si rifanno al gruppo di Scicli ed appartengono alla realtà della Sicilia orientale.

La luce quasi artificiale, il cielo irrealmente stellato, i paesaggi lunari dell’Etna, le città galleggianti nel buio sono i soggetti degli oli su tela di Puglisi che potremmo accostare alla pittura e ai pastelli di Colombo. Il virtuosismo tecnico, la precisione del pastello che ritrae la chiesa di San Giorgio a Modica ripercorre una bellezza classica ma astratta come il “Nudo Classico su fondo grigio, 2006”. Una Venere reale e concreta invece sembra quasi sporgere dal quadro, distesa su una coperta fiorata, nell’olio su tela di Giuseppe Colombo, dall’aria vagamente pompier, svelando la capacità di rendere il vero e la sua stessa bellezza. Più classicheggianti e virtuosi i lavori di questi due artisti che connettono, soprattutto Puglisi, la pittura ad un reale modificato secondo le regole della creatività.

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I palermitani Stefano Cumia e William Marc Zanghi (che al capoluogo appartiene per adozione) prendono spunto in parte dalla pittura di Alessandro Bazan, che volge la propria attenzione alla realtà metropolitana, al particolare scorcio cittadino. Realtà dunque interpretata secondo una pittura decisamente fuori dalle righe ma altrettanto contemporanea. I personaggi di Stefano Cumia vengono ritratti secondo una pittura fotografica ma istantanea, quasi abbozzata, in cui l’artista decide spesso di tagliare le figure e di porre l’attenzione verso particolari apparentemente poco significativi, come in “Step by step, 2005”. Quasi surreali sono invece le grandi tele di Zanghi che si distinguono per la presenza costante di una scimmia trasparente, presenza assolutamente straniante, in paesaggi urbani in costante pericolo. Diverso il soggetto dei lavori più recenti che vedono come tema unificante la swimming pool. Gioco di riflessi e di azzurri più o meno chiari, circondati da un bicolore da fotografia.

C’è tra queste opere anche uno sfizioso omaggio a David Hockney, artista molto amato da Zanghi, che appare rappresentato come un piccolo omino sul bordo della sua immaginaria piscina in “David’s swimming pool”. La contemporaneità viene dunque declinata da questi artisti secondo codici interpretativi differenti ma orientati sempre verso una visione del reale unica ed omogenea. La mediterraneità è il massimo comune denominatore di questi lavori, costituendo, in questa mostra, una panoramica della pittura siciliana dei nostri giorni.

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