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La Salome di Ferro rievoca Strauss

  • 10 aprile 2005

Sarà di scena fino al 27 aprile, per la stagione del Teatro Massimo di Palermo, Salome di Richard Strauss (1864-1949), dall’omonima tragedia di Oscar Wilde del 1892, con debutto sabato 16 aprile (ore 20.30). La parte di Salome richiede una convincente presenza scenica e per l’edizione palermitana dell’opera di Strauss potremo godere delle capacità di Janice Baird, soprano ormai sulla cresta dell’onda, conosciuta ancora poco in Italia, famosa per l’interpretazione intensissima – oggi di riferimento – di Ellen nel Peter Grimes di Britten. Il tenore Alan Woodrow interpreterà Erode, l’ormai notissimo mezzo-soprano Catherine Malfitano, habituée di molti teatri italiani e di molte e disparate incisioni discografiche, sarà Erodiade; il macabro e sfortunato ruolo di Jokanaan (cioè Giovanni Battista) è affidato al baritono Morten Frank Larsen, mentre il ruolo di Narraboth – secondo tenore – spetta a Tom Randle. Sul podio il nostro Gabriele Ferro, mentre la regia è affidata ad Antonio Calenda, già notissimo al pubblico palermitano per diverse incursioni tanto nell’opera quanto nel teatro di prosa.

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Il dramma musicale in un atto suscitò scandalo e irritazione alla sua prima ormai un secolo fa, il 9 dicembre 1905, al Konigliches Opernhaus di Dresda. Il compositore di Monaco, già quarantenne, era noto in Europa per composizioni sinfoniche molto raffinate ma sostanzialmente tutte inserite nella maniera tardoottocentesco mitteleuropeo, nonostante Strauss non avesse contatti diretti con Mahler e ignorasse volutamente la musica di Bruckner. L’influenza più determinante è dunque quella di Liszt e Wagner. Dal genio di Bayreuth – in realtà – in un primo tempo Strauss si è tenuto lontano, ma la sua influenza è palpabile nella prima prova operistica, “Guntram” (1894) e “Feuersnot” (1901), ed echi della stessa rimangono fin nelle prove più tarde. La stessa “Salome” è uno dei vertici della produzione teatrale di Strauss, sia pure come prima vera tappa di un cammino dentro l’ intellighenzia europea, anche grazie al lungo ma sfortunato sodalizio con Hugo von Hoffmansthal. Nonostante Strauss non sia mai stato parte dell’avanguardia musicale, come invece lo furono i rappresentanti più autorevoli della seconda scuola di Vienna, le due prime opere composte nel primo decennio del XX secolo, “Salome” e la densissima “Elektra”, manifestano idee e concezioni musicali perfettamente in linea con i fermenti artistici del primo ‘900, in particolare con il brulicare di strappi espressionisti che avrebbero dato esiti più definiti almeno un decennio più tardi.

E lo stesso periodo successivo, che per comodità definiamo neoclassico, proprio in tal senso non arretra di un passo rispetto al genio di compositori senz’altro più innovativi e determinanti nella storia musicale del ‘900 (e pensiamo soprattutto a uno Stravinsky). E non dobbiamo dimenticare che lo stesso mélange di lussuria e di morte, che ha l’archetipo musicale più convincente al maschile nel “Don Giovanni” di Mozart, dopo la parentesi eccellente della “Carmen” di Bizet, mirabile esempio di composta ma anarchica seduzione al femminile, trova in quegli stessi anni un parallelo glorioso ed epocale nella “Lulu” di Franz Wedekind, e poi di Alban Berg a teatro. Il soggetto dell’Evangelista Marco, che però Oscar Wilde aveva mutuato da impressioni visive (una tela di Gustave Moreau) e musicali (un’improvvisazione del violinista Riso, a capo di un’orchestrina tzigana), scatena dunque le ire di un pubblico impreparato: impreparato, s’intende, al di fuori del territorio maledetto di Wilde e pochissimi altri, all’ossessività erotica magistralmente resa qui da una partitura che era sfaccettatissima rincorsa di temi musicali in continua (e magica) metamorfosi.

Lo spettacolo va in replica il 17 e il 24 aprile alle ore 17,30, il 19,20,22, 26 alle 18,30, il 27 aprile alle 20,30. Spettacoli con il primo cast il 16, 20, 22, 24 e 26 aprile. Con il secondo cast il 17, 19, 22 e 27 aprile. Biglietti: 12-97 euro. Carta giovani: sconto 50%. Info al numero verde 800.655858 o sul sito www.teatromassimo.it

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