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MandarInArte: bene confiscato va alle associazioni

Si chiama MandarInArte, il progetto che prevede il recupero di un bene confiscato a Palermo, nella frazione di Ciaculli, per riqualificarlo

Balarm
La redazione
  • 30 aprile 2011

Un progetto finanziato da Fondazione per il Sud per il recupero di un bene confiscato a Palermo, nella frazione di Ciaculli, territorio legato alla famiglia mafiosa dei Greco. Si chiama MandarInArte e vede coinvolte le associazioni Acunamatata che ha avuto il bene in concessione, Ubuntu e Baubò, partner del progetto, e il Dipartimento di Psicologia di Palermo - Cattedra di Psicoterapia che ha, invece, il ruolo di responsabile scientifico. Il bene, confiscato a Giovanni Prestifilippo, è un mandarineto di 1851 metri quadrati, al centro del quale sorge lo scheletro di un edificio formato da un piano terra e due piani in elevazione per una superficie complessiva di 270 metri quadrati: l'immobile sarà riqualificato, abbandonando il ruolo di simbolo dell’abusivismo edilizio e della criminalità organizzata.

Si tratta del primo esempio in Sicilia di intervento strutturale su un bene confiscato privo di forma e di funzione. Per completarlo sarà bandito un concorso rivolto ad artisti che potranno presentare il loro progetto di finiture interne ed esterne dell’immobile. Due grandi finestre al primo piano, per esempio, sarebbero poste a simboleggiare la nuova trasparenza dell’attività da svolgere. Il progetto che ha un costo complessivo di circa 432 mila euro e che sarà realizzato nell’arco di due anni, prevede l’avvio di una serie di attività culturali e artistiche, strettamente legate al territorio, per recuperare non tanto la produzione del mandarino in sé, ma la storia che c’è attorno che è anche la storia della città e delle persone che abitano nel territorio.

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