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Omaggio a Neruda: un concerto “poetante” che appassiona

  • 18 aprile 2005

La musica dà aiuto alle parole nell’esprimere un raggio di significati altrimenti inaccessibili. “Lettera da Isla Negra 1904 – 2004 Omaggio a Pablo Neruda a cento anni dalla sua nascita”, (in scena ai Candelai di Palermo il 12 e 13 aprile), sulle note dell’armonica di Giuseppe Milici, del violoncello di Mauro Cottone e della chitarra, unita alla voce recitante, dello spagnolo Juan Diego Catalano, riproduce questo percorso, mentre la voce narrante di Francesco Giordano, curatore dello spettacolo, tira le fila del discorso poetico legato al “Maestro” in un flusso continuo mai interrotto di storia e poesia. Un concerto poetante che sin da subito cattura l'emozionalità del pubblico, uno studio creatico che sfrutta il contrappunto musicale senza trascurare la specifica sonorità della poesia pura, un testo recitato offerto a tutti i tipi di percezione e soprattutto un testamento, quasi una sorta di memoriale che avvicina il Poeta alla realtà del nostro tempo. Il canto si offre al pubblico così come Neruda lo dedicò al suo popolo, al Popolo umanista che ha sempre difeso e amato con cura materna, contrapposta al paternalismo da capo di Stato dei governi di cui fu “spettatore”: “…era popolare come una chitarra, allegro, malinconico, profondo e chiaro come un bambino, come il popolo, lo hanno scelto bene quelli che fucilandolo hanno voluto sparare al cuore della sua razza”.

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Questo era il Popolo di Neruda, poeta politico, militante del partito comunista cileno ma anche uomo libero, legato dall’amore delle cose semplici, alla terra ed alla sua terra, al vento, al mare, abisso dell’esistenza e della poesia. Lo spettacolo ne riproduce l’atmosfera: la voce del famoso cantante e chitarrista di musica flamenco, Catalano, trasporta subito il pubblico in quella dimensione cara al poeta, in cui la lingua, la magnifica sonorità dello spagnolo, avvolge l’uomo in placide sensazioni pur non distogliendolo dal mondo reale. L’amore per le donne, l’ironia sull’incapacità di “adattarsi” all’ambiente…l’amore per l’uomo nella creatività fluida del mare che non conosce barriere tra me e l’altro, i nostri musicisti lo hanno reso nuovamente vivo, comunicando e interpretando un sentimento comune ma irripetibile, collante tra l’artista e lo spettatore. L’incontro è avvenuto e per un istante il confine è stato annientato, l’arte, ad unanime consenso e senza finzione, è riuscita ad appassionare.

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