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Palazzo Branciforte, restauro integrale di Gae Aulenti

Balarm
La redazione
  • 12 marzo 2007

Palazzo Branciforte, lo storico edificio di via Bara all’Olivella nel centro storico di Palermo, diventerà un prestigioso punto di riferimento nel panorama culturale siciliano e nazionale, con spazi nuovi e dinamici destinati all’arte e alla cultura. Iniziativa preliminare alla nuova destinazione del Palazzo è il suo restauro integrale, affidato alla celebre designer e architetto di fama internazionale Gae Aulenti. Il progetto di riqualificazione architettonica predisposto dall’architetto Aulenti prevede l’insediamento all’interno del Palazzo Branciforte di una serie di ambienti, tra cui una zona espositiva destinata ad allestimenti sia temporanei sia permanenti, una biblioteca, una sala conferenze, spazi di rappresentanza e uffici per il personale, alcuni atelier destinati ad artisti che avranno la possibilità di lavorare e alloggiare all’interno dell’edificio. Il progetto di restauro vuole ridare vita al palazzo, ritrovando la sua raffinata bellezza troppo a lungo trascurata, creando ambienti adeguati alle diverse funzioni nel rispetto, però, delle originarie caratteristiche morfologiche dell’edificio e degli elementi architettonici più significativi. A questo proposito, uno degli obiettivi principali è ripristinare quegli spazi architettonici che oggi hanno perso la loro originaria funzione e che si possono considerare tra i più rappresentativi di Palazzo Branciforte: una strada interna, il cortile principale e la scuderia al piano terra. L’intervento di ristrutturazione dell’immobile, la cui superficie lorda è pari a 5.650 mq, si stima costerà complessivamente 8 milioni e mezzo di euro.

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«Esprimo profonda soddisfazione – sottolinea il presidente della Fondazione Banco di Sicilia, Giovanni Puglisi – intanto, perché uno dei più grandi architetti italiani, fra i più noti al mondo, ha accettato di studiare un caso come Palazzo Branciforte e ha accettato lo sviluppo di un progetto che non è solo un restauro ma anche e soprattutto una grande ambizione culturale; inoltre, questa operazione consentirà al centro di Palermo di diventare un cuore pulsante del sistema delle arti. Si creerà, infatti, una grande rete – prosegue il presidente della Fondazione Banco di Sicilia – in cui il ritrovato complesso monumentale di Sant’Anna costituirà il polo per l’arte moderna e Palazzo Branciforte quello dell’arte contemporanea, con la grande idea di realizzare al suo interno gli “atelier della contemporaneità”, che ospitando grandi mostre di artisti contemporanei, potrà diventare un punto di riferimento in termini di scuola e di eccellenza».

Il restauro consentirà, dunque, di ripristinare e valorizzare quegli spazi, stravolti a seguito delle vicende storiche e delle modificazioni subite in varie epoche: alcune modifiche al nucleo originario, dopo il primo ampliamento, avvennero a partire dal 1801 quando il palazzo divenne sede del Monte di Santa Rosalia. Le modifiche però riguardarono solo le aperture sui fronti, dove i balconi furono demoliti e le finestre furono chiuse da grate in ferro. Il volume complessivo dell’edificio, e la distribuzione su tre livelli, rimasero inalterati. Le modifiche più evidenti e invasive furono effettuate qualche decennio più tardi, a causa di alcuni eventi accidentali che colpirono ripetutamente il palazzo: primo fra tutti, un incendio a seguito di un bombardamento nel 1848, che provocò il crollo di gran parte delle volte e delle solette interne. I lavori di consolidamento e ristrutturazione furono immediati, ma non tennero conto delle caratteristiche architettoniche dell’edificio. Nella scuderia, per esempio, le colonne di marmo vennero inglobate dentro nuovi setti murari, le volte puntellate con pilastri e rinforzate con travi posticce in legno. Si ricostruì la copertura a falde dell’edificio ma si decise di non ripristinare le solette tra il primo e secondo piano, creando degli ambienti a doppia altezza dove vennero collocate le grandi scaffalature in legno che ancora oggi caratterizzano l’ala orientale del palazzo.

Il bombardamento del 1848 non fu l’unico che colpì palazzo Branciforte. L’ultimo, quello americano del ’43, provocò il crollo del loggiato superiore meridionale nel cortile interno, che non venne più ripristinato nonostante i lavori di ristrutturazione del Dopoguerra. Le successive destinazioni d’uso dell’edificio comportarono ulteriori stravolgimenti interni: nel cortile venne aggiunto un nuovo spazio con gli sportelli per i servizi bancari, essendo il palazzo diventato di proprietà della Cassa di Risparmio V.E. Nuovi muri divisori vennero aggiunti a per rispondere alle esigenze dei diversi uffici lì insediati.

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