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Palermo, illegalità: il sondaggio di AddioPizzo

I commercianti non credono nell'operato del Comune. Poco rassicuranti i dati emersi dal sondaggio di AddioPizzo

  • 30 agosto 2011

AddioPizzo ha sottoposto un questionario ai 700 commercianti che hanno aderito al comitato e le risposte risultano scioccanti; forse scioccante non è il termine più corretto, perchè é agli occhi di tutti, e da tempo, che parte delle istituzioni non si sia adoperata per ottenere il massimo risultato. L'avvocato Ugo Forello, presidente di AddioPizzo, dichiara che «Palermo viene vista dagli operatori economici come il regno dell'illegalità nel commercio e nell'imprenditoria. Dai questionari emerge - continua Forello - soprattutto una città in cui gli abusivi operano indisturbati, senza controlli. E allora sono in molti a chiedersi: perché denunciare il pizzo? Perché rivolgersi alle istituzioni?».

Dalle questioni poste pare che l'istituzione in cui confidano meno i commercianti sia il Comune, maggiore fiducia viene riposta nella magistratura e nelle forze dell'ordine. «Come si possono pretendere certi passi dagli operatori economici se l'istituzione politica, per prima, non fa scelte di legalità?», questo è quanto ha dichiarato un commercianti nel questionari. Sono passati ormai 20 anni dalla morte di Libero Grassi, imprenditore che pagò con la vita le sue eroiche decisioni anti-racket e la sua opposizione alla "prassi" mafiosa, e circa 7 anni da quando nacque il comitato AddioPizzo, in quella notte dove Palermo fu "invasa" da alcuni adesivi su cui c'era scritto "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità". Ad oggi, cosa è cambiato?

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«Libero Grassi diceva che il vero nodo della lotta alla mafia è la politica», dichiara Forello. Anche Confesercenti la butta giù pesante: «Il presidente del consiglio attacca un giorno si e l'altro pure la magistratura - afferma il presidente della Confesercenti, Giovanni Felice, che continua - il suo governo toglie strumenti operativi e risorse alle forze dell'ordine». Su questo punto, Pina Maisano, moglie di Libero, non si stancherà mai di ripetere un concetto importante: «gli imprenditori si sono dati codici di autoregolamentazione, i politici ancora no. Se a livello nazionale ci fosse un governo con maggiore etica, le cose andrebbero sicuramente diversamente».

Fra circa un mese è previsto un ciclo di incontri, di tre giorni, con analisi e dibattiti. «Molte cose sono cambiate e un percorso è stato fatto - conclude il presidente Forello - ma manca ancora il salto di qualità, che potrebbe essere rappresentato dalle denunce collettive da parte dei commercianti e imprenditori che operano nella stessa zona, e che dunque sono ricattati dalle stesse persone».

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