Palermo, sdoganata la Massoneria del Grande Oriente
L'incontro è avvenuto nella casetta Massonica di piazzetta Speciale, nel cuore del centro storico di Palermo e per la prima volta era aperto ai giornalisti

Chiunque almeno una volta nella vita si è imbattuto in qualcosa che ricorda, anche vagamente, le logge massoniche, le confraternite segrete e un po' i film. Cercando su internet si trova qualsiasi titpo di notizia o storia che riguarda le grandi associazioni come queste, fatte da persone che nell'immaginario comune tengono le fila della società.
Nella storia e nel mito c'è grande riservatezza sugli incontri e sui dialoghi che avvengono all'interno di questi ambienti ma “Il Grande Oriente d'Italia non è segreto, né riservato – ha spiegato Stefano Bisi, giornalista e Gran Maestro della loggia Grande Oriente d'Italia -. Le nostre attività sono note. Come noti sono, ad esempio, i dirigenti e le nostre sedi".
Che succede? Succede che i primi di marzo sono partite delle indagini da parte della Guardia di Finanza dietro input della Commissione Parlamentare Antimafia e in tale occasione è stato disposto il sequestro degli elenchi degli iscritti delle logge siciliane e calabresi.
«Un provvedimento di altri tempi - secondo Bisi - che non fa altro che criminalizzare nei fatti una libera associazione, prevista dalla Costituzione italiana". Questo è quanto ha affermato a Palermo, tra le mura della casetta massonica di piazzetta Speciale, nel cuore del centro storico.
Una conferenza alla quale per la prima volta ha potuto partecipare la stampa e in cui il Gran Maestro ha mostrato un forte disappunto:
«Oggi siamo arrabbiati perché abbiamo subito un provvedimento ingiusto, un provvedimento che sentiamo come una ferita nel nostro cuore. E le ferite nel cuore non si cicatrizzano. La persecuzione della massoneria è stata sempre anticipatrice di derive totalitarie. Sequestrare gli elenchi degli iscritti significa criminalizzare un'associazione».
Stefano Bisi è intervenuto sul sistema di controllo interno alla stessa comunione e alle logge. «Abbiamo ispettori circoscrizionali, abbiamo un controllo associativo».
«Sia chiaro – ha aggiunto - non siamo pubblici ministeri. Non possiamo fare perquisizioni, non possiamo andare a controllare i conti correnti. Non siamo forze dell'ordine. Il nostro è un controllo associativo come quello di diverse associazioni. Noi, tuttavia, rispetto ad altri abbiamo carichi pendenti e casellario giudiziale dei nostri iscritti. E non credo che tante altre associazioni quando viene presentata una domanda facciano allo stesso modo».
«I nostri principi – ha spiegato - sono la libertà, la fraternità e l'uguaglianza e sono in testa in tutti i nostri templi massonici. E c'è poi un altro simbolo che voglio ricordare: il cielo stellato. Anch'esso presente in ogni tempio. Un cielo che unisce tutti gli uomini: unisce i rifugiati che stanotte sbarcheranno sulle nostre coste e chi stasera guarderà il cielo da una terrazza di un albergo o dalla sua abitazione».
«Questo vuol dire che nei templi massonici, sotto questo cielo, ci sono persone di ogni categoria sociale - per concludere - Pensare che nel Grande Oriente d'Italia ci siano soltanto alti e importanti personaggi del mondo dell'industria, grandi dirigenti e grandi politici è solo un luogo comune. Qui ci sono persone che hanno una sensibilità non comune, la massoneria forma uomini».
Nella storia e nel mito c'è grande riservatezza sugli incontri e sui dialoghi che avvengono all'interno di questi ambienti ma “Il Grande Oriente d'Italia non è segreto, né riservato – ha spiegato Stefano Bisi, giornalista e Gran Maestro della loggia Grande Oriente d'Italia -. Le nostre attività sono note. Come noti sono, ad esempio, i dirigenti e le nostre sedi".
Che succede? Succede che i primi di marzo sono partite delle indagini da parte della Guardia di Finanza dietro input della Commissione Parlamentare Antimafia e in tale occasione è stato disposto il sequestro degli elenchi degli iscritti delle logge siciliane e calabresi.
«Un provvedimento di altri tempi - secondo Bisi - che non fa altro che criminalizzare nei fatti una libera associazione, prevista dalla Costituzione italiana". Questo è quanto ha affermato a Palermo, tra le mura della casetta massonica di piazzetta Speciale, nel cuore del centro storico.
Una conferenza alla quale per la prima volta ha potuto partecipare la stampa e in cui il Gran Maestro ha mostrato un forte disappunto:
«Oggi siamo arrabbiati perché abbiamo subito un provvedimento ingiusto, un provvedimento che sentiamo come una ferita nel nostro cuore. E le ferite nel cuore non si cicatrizzano. La persecuzione della massoneria è stata sempre anticipatrice di derive totalitarie. Sequestrare gli elenchi degli iscritti significa criminalizzare un'associazione».
Stefano Bisi è intervenuto sul sistema di controllo interno alla stessa comunione e alle logge. «Abbiamo ispettori circoscrizionali, abbiamo un controllo associativo».
«Sia chiaro – ha aggiunto - non siamo pubblici ministeri. Non possiamo fare perquisizioni, non possiamo andare a controllare i conti correnti. Non siamo forze dell'ordine. Il nostro è un controllo associativo come quello di diverse associazioni. Noi, tuttavia, rispetto ad altri abbiamo carichi pendenti e casellario giudiziale dei nostri iscritti. E non credo che tante altre associazioni quando viene presentata una domanda facciano allo stesso modo».
«I nostri principi – ha spiegato - sono la libertà, la fraternità e l'uguaglianza e sono in testa in tutti i nostri templi massonici. E c'è poi un altro simbolo che voglio ricordare: il cielo stellato. Anch'esso presente in ogni tempio. Un cielo che unisce tutti gli uomini: unisce i rifugiati che stanotte sbarcheranno sulle nostre coste e chi stasera guarderà il cielo da una terrazza di un albergo o dalla sua abitazione».
«Questo vuol dire che nei templi massonici, sotto questo cielo, ci sono persone di ogni categoria sociale - per concludere - Pensare che nel Grande Oriente d'Italia ci siano soltanto alti e importanti personaggi del mondo dell'industria, grandi dirigenti e grandi politici è solo un luogo comune. Qui ci sono persone che hanno una sensibilità non comune, la massoneria forma uomini».
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