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Pedone e Serpotta a San Giorgio dei Genovesi

Nell’opera dell’artista palermitano la fusione del nitido linguaggio serpottiano e di una immediatezza visiva fondata sul plasticismo della materia pittorica

  • 15 gennaio 2010

“Bianca Perla sospesa in Bianca Fronte” è il titolo della personale dedicata a Nino Pedone, a cura di Aurelio Pes, che sarà inaugurata sabato 16 gennaio presso la chiesa di San Giorgio dei Genovesi (piazza XIII Vittime) alle ore 18, e che raccoglie circa una trentina di opere del celebre artista palermitano, pittore e restauratore. L’esposizione segue la “Giornata di Studi Serpottiani” che si terrà alle 17 presso l’Oratorio del Rosario in Santa Cita (via Valverde, 3), iniziativa realizzata dai principali sostenitori di Pedone, Paolo Bonaccorso e Franco Mortellaro, con la collaborazione preziosa di Don Giuseppe Bocaro (direttore del Centro di San Mamiliano). Vi prenderanno parte alcuni tra i maggiori critici d’arte e studiosi siciliani, nonché restauratori, Eliana Mauro, Carmelo Bajamonte, Luigi Valenti, Rosalia Ferraccini, Nando Ventra, il Presidente del Rotari Palermo - Monreale Maurizio Mellia, insieme ai sopracitati Pes e Don Bucaro.

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Proprio in questa sede sarà possibile ammirare il legame strettissimo che unisce l’opera del pittore-restauratore a quella del grandissimo genio scultoreo Giacomo Serpotta, che rappresenta l’espressione più efficace e straordinariamente matura del figurativismo barocco palermitano. Per Santa Cita, infatti, Pedone ha realizzato il dipinto “La consegna di Gesù delle chiavi a San Pietro”, raffinata composizione sacra in cui elabora, nel candore formale dei protagonisti, un sapiente gioco prospettico, grazie all’incontro delle diagonali negli sguardi dei personaggi e nello spaccato azzurro che conferisce volume corporeo all’incorporeo, alla scena evangelica, sottolineando il simbolismo associato al colore della perseveranza e della conoscenza superiore.

Il colore-non colore invade lo spazio: è proprio il fare pittorico che si fa luce, e quindi illumina e accarezza il mondo, il terreno, le forme, i pensieri. Il bianco restituisce l’immanente al trascendente, il tangibile all’infinito, il senso alla spiritualità. Se “bianco è dipingere con la luce”, allora nella tavolozza di Pedone, restauratore e conoscitore d’arte insieme, sapiente maestro del passato e di tutta la tecnica del presente, attento osservatore della materia di cui consta la pittura, fonde le innumerevoli possibilità di raccontare la profondità dell’anima, attraverso un linguaggio prosaico e poetico al contempo. La mostra sarà visitabile fino al 14 febbraio, con ingresso libero, tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. In occasione di questa esposizione, a Monza si inaugurerà presso la Galleria Brianza Arte di Lissone (via Fratelli Bandiera, 17) un’appendice della personale di Pedone costituita da altri venti dipinti.

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