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Prozac+, un concerto “antidepressivo”

  • 7 dicembre 2004

Decisamente antidepressivi, i Prozac+ sono pronti a scaricare la loro adrenalina in onde sonore coinvolgendo il pubblico palermitano, domenica 12 dicembre alle 22.30 allo Zsa Zsa Art Factory, in via Francesco Angelitti 32 a Palermo in un concerto organizzato da Corus Art e Balarm (ingresso 10 euro + diritti prevendita acquistabile da Crush dischi, in via XII Gennaio 14, tel 091.324623 e da Super Sound, in via Belgio 2/c, tel 091.6703579). In giro per l’Italia (con una puntatina anche in Svizzera) da sei mesi ormai, questa bizzarra band pordenonese approda in Sicilia con il suo “Gioia Nera Tour”, che introduce il loro ultimo album ma non “abbandona” i vecchi successi che tanto li hanno resi popolari (impossibile non ricordare il tormentone “Acida”). A quasi dieci anni di distanza dalla loro “nascita artistica", il percorso musicale dei Prozac + è abbastanza vario e apprezzato, soprattutto dai fedelissimi che non li hanno mai mollati ma anzi attesi con pazienza anche durante l’anno di pausa che ha preceduto l’uscita della loro ultima “fatica musicale”. Il gruppo – già in origine composto da Gianmaria, Eva ed Elisabetta – nasce nel 1995, dopo i primi concerti viene ingaggiato dall’etichetta indipendente Vox Pop e nel ’96 incide il primo album “Testa Plastica” (da cui i singoli “Niki” e “Pastiglie”).

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Il successo di pubblico è evidente, il cd viene ristampato due volte e l’anno successivo la loro produzione passa alla Emi Music Italy: gli “agitati” hanno ormai alle spalle un gran numero di concerti, nonché il privilegio di fare da supporter d’apertura agli U2 nelle loro due tappe italiane. La vera consacrazione al pubblico arriva però con “Acida”, brano contenuto nel quasi omonimo cd “AcidoAcida”che esce nel ’98 e vende ben 160.000 copie, seguito dal disco “3Prozac+”, la cover in Mp3 di "Tainted Love", in omaggio ai propri fans, e quindi la quarta uscita, “Miodio”. Nel 2004 l’annunciato “Gioia Nera” (già anticipato in radio dal singolo “Luca”) esprime ancora una volta nelle sue tredici tracce (fra inediti e rivisitazioni) una tendenza musicale che si propone come “pop alternativo” e che in effetti si può dire appartenga alla “resistenza” musicale italiana. Strano poter dire qualcosa dei Prozac+, sono forse più loro a voler raccontare gli altri, i testi semplici e quasi ossessivi tratteggiano stati d’animo che potrebbero ricordare i vecchi “Spud” o “Sick Boy” di Welsh o semplicemente chiunque viva il malessere dell’inquietudine cronica. Le frasi volutamente ripetute (loro considerano la ripetitività un elemento del loro stile) risuonano come una filastrocca sgomenta della vita, la loro musica una martellante danza in onore alla presunta incomprensibilità dell’esistenza.

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