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Rai Uno: Zingaretti interpreta Paolo Borsellino

In occasione del 20esimo anniversario delle stragi di Capaci e di via D'Amelio, Rai Uno presenta "Cinquantasette giorni", film dedicato a Borsellino e Falcone

  • 3 aprile 2012

Sono passati venti anni eppure sembra ieri. L’odore della polvere da sparo nell’aria, il rosso del sangue dei cadaveri uccisi che non si scrosta dai marciapiedi, resta indelebile per terra, prima ancora che nel cuore. In occasione dell’anniversario delle stragi del 1992, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Rai Uno presenta Cinquantasette giorni, film tv che ripercorre i momenti drammatici della storia che sconvolse l’Italia.

Furono anni di delitti cruenti quelli della mattanza mafiosa. Anni in cui ogni giorno potevi rimanere senza respiro, e si viveva con la continua preoccupazione del “chi sarà il prossimo?”. A ripercorrere questi sentimenti, di coraggio e di strazio insieme, di paura, ma di forza, ci pensa Luca Zingaretti che vestirà i panni del magistrato Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio 1992, insieme agli agenti della sua scorta, in una calda domenica mattina d’estate, esattamente cinquantasette giorni dopo la scomparsa quel 23 maggio, del collega e carissimo amico Giovanni Falcone, nell’autostrada A29 all’altezza di Capaci. È proprio quell’arco di tempo di poco meno di due mesi, in cui il timore di non arrivare al giorno dopo era scandito come delle virgole nella coscienza di ognuno, a dare titolo al film prodotto dalla Leone Cinematografica per RaiFiction che andrà in onda a fine maggio sull’ammiraglia Rai.

Dall’amicizia professionale e di profonda stima con il magistrato Rocco Chinnici, alla costituzione del Pool Antimafia con esponenti della magistratura come Giovanni Falcone e Giuseppe Di Lello, insieme a funzionari della Polizia di Stato come Antonino Cassarà; dagli omicidi del deputato Pio La Torre, al generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, al trasferimento per sicurezza nella foresteria del carcere dell’Asinara, periodo in cui Borsellino, con l’amico Giovanni, iniziò a scrivere l'istruttoria per il cosiddetto "maxiprocesso", che mandò alla sbarra 475 imputati. Una cupola mafiosa quella di Cosa Nostra, che portò alla Strage di Stato di via D’Amelio in ultima istanza e che, sotto la direzione del regista Alberto Negrin, prende vita attraverso un cast d’eccezione: oltre al ritorno in Sicilia di Zingaretti questa volta non come Commissario Montalbano, nel cast Lorenza Indovina nel ruolo di Agnese, moglie di Borsellino ed Enrico Ianniello in quelli del magistrato Antonio Ingoia.

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