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Sicilia, 11 milioni per andare all'Expo: sarà all'altezza?

Undici milioni di euro per partecipare all'Expo 2015: tra grandi responsabilità, affitti, pulizie e trasporti riuscirà la Sicilia a non deludere le aspettative?

  • 12 febbraio 2015

Expo 2015 è alle porte: lo sappiamo grazie alle numerose pubblicità e alle tante polemiche scaturite riguardo questo grande evento internazionale che ospiterà più di 140 paesi e organizzazioni. Sin dall’inizio si è parlato delle spese, ritenute anche fin troppo elevate: spese che riguardano anche la Regione Sicilia, che parteciperà attivamente all'evento.

Ebbene sì: nonostante le ingenti spese e le problematiche economiche attuali, la Sicilia è la prima regione partner dell'Expo. Non ha voluto mancare a questo importante appuntamento e la sua presenza sarà di non poco conto: parteciperà infatti con due compiti di grande responsabilità.

La Sicilia gestirà innanzitutto uno spazio al padiglione Italia dove dovrà organizzare tre settimane di eventi: realizzerà dunque un palinstesto suddiviso in diversi momenti e che copriranno l'arco della giornata che va dalle ore 10 alle ore 21, che si apriranno con "La Settimana delle Isole", cui seguiranno quelle dedicate all'area palermitana e trapanese.

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Inoltre, sarà responsabile del “Cluster Biomediterraneo”, uno spazio di 7.300 metri quadrati che farà da contenitore di undici paesi del Mediterraneo, che dovrà coordinare con due aree dedicate alla ristorazione, al vino, all'intrattenimento e un palco con megaschermo.

Iniziative che sulla carta sono belle, ma ecco la nota dolente: seguendo il principio della trasparenza amministrativa, è stato pubblicato il bilancio economico delle spese da sostenere per partecipare alla manifestazione mondiale e complessivamente verranno spesi più di 11 milioni di euro.

Una cifra abbastanza elevata, comprendente tre milioni stanziati dall'assessorato all'Agricoltura, 4,3 milioni stanziati dall'assessorato alle Attività Produttive e i restanti ricavati dai fondi europei e da un sistema di quote di partecipazione, che verranno versate da tutti i comuni e le aziende che vorranno partecipare.

Soldi che verranno impiegati per l'affitto degli spazi, come l'auditorium, il ristorante vip, la "Piazzetta n.4" e uno spazio supplementare di circa 200 metri, per le pulizie, per il trasporto delle statue di Demetra e Korè e per finanziare i settori e i gestori che si occuperanno di traduzione, intrattenimento, consulenze di esperti, flussi turistici, catering e, addirittura, “trasporto libri”.

Stando agli assessori, varrà la pena di spendere questa cifra: l'Isola dovrebbe, infatti, ricavarne molti benefici. Ad esempio, gli incassi dalle vendite dei prodotti made in Sicily e il turismo che si attirerà nelle nostre città: ad ogni vendita verrà rilasciato uno scontrino che servirà ad entrare gratis nei musei e siti archeologici siciliani.

In linea con le polemiche riguardanti l'Expo, come le richieste di volontari che lavorassero all’interno della fiera, a costo zero e la mancanza di traduttori simultanei, non sono mancate le osservazioni dedicate alla Sicilia: riuscirà la nostra regione, con la sua amministrazione talvolta sgangherata, ad emergere da questa "prova di esposizione"?

Ogni evento porta con sè sia felicità e malcontento: forse, allora, nel caso della Sicilia, dovremmo pensare che la presenza all'interno di una vetrina mondiale in cui i maggiori Paesi potranno mostrare al mondo intero le loro potenzialità, tecnologie e metodi alternativi e sostenibili sia un vantaggio. E chi lo sa, magari l’Expo 2015 riuscirà a nutrire anche la nostra terra e generare vita.

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