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Sudoku: i bambini cinesi battono quelli palermitani

Balarm
La redazione
  • 30 aprile 2007

I bambini cinesi battono quelli italiani nel gioco giapponese del Sudoku. Sono più abili, più attenti alle regole, più intuitivi e riflessivi, commettono meno errori e sono avvantaggiati da alcune analogie tra lingua scritta cinese e matematica. Gli italiani riflettono meno e più che dalle regole del gioco sono attratti dalla colla e dal pennarello. E’ la conclusione raggiunta al termine di una ricerca sperimentale su 87 bambini tra i tre e i sette anni di alcuni istituti di Palermo - città dove la comunità cinese è molto presente - per esplorare le modalità di interazione dei piccoli alunni italiani ed extracomunitari nella scuola dell’infanzia. Terreno di confronto, il rompicapo di successo inventato nel 1984 da Kanamonto in Giappone. La ricerca, confluita in una tesi di laurea in Scienze della formazione dell’ateneo di Palermo, dal titolo “Il Sudoku dai tre ai sette anni: bambini cinesi e italiani a confronto” (firmata da Maria Elisabetta Ferdico, relatore il professore Filippo Spagnolo), si trova su www.nilosicilia.it, il portale del Nilo, network costituito dagli Industrial Liaison Office delle Università siciliane per valorizzare i risultati della ricerca scientifica e costituire un ponte con il mondo dell’impresa. Tutti i docenti e i ricercatori degli atenei siciliani possono fare riferimento al Nilo per segnalare progetti, studi, brevetti, risultati di tesi di laurea sperimentali, spin-off accademici.

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La giovane ricercatrice che ha indagato sull’interazione tra bimbi italiani e cinesi per l’occasione ha riadattato e semplificato il gioco, creando uno schema, il Sudoku Ferdico, con la stessa griglia del quadrato latino di Eulero e fissando dei criteri per riempire ogni riga una sola volta con i numeri da 1 a 9. Alla fine del lavoro sperimentale ha verificato che i bambini italiani non sono stati in grado di risolvere il Sudoku Ferdico mentre i cinesi della scuola d’infanzia “Ferrara” hanno risolto il gioco in minor tempo e facendo meno errori. Tutti i bambini hanno riconosciuto gli animali, le prede e i predatori. Ma i bambini italiani della scuola d’infanzia e della prima primaria collocavano i numeri senza seguire le regole. Mentre i bambini cinesi della scuola dell’infanzia e i bambini di seconda sono stati in grado di seguire le regole. C’è infatti una netta differenza tra i bambini della prima classe, che non si orientano nello spazio della griglia, e si servono del cartellone in maniera errata, e i bambini della seconda, che sono in grado invece di riconoscere le posizioni di un oggetto all’interno del reticolo. Secondo la studiosa l’approccio dei bambini italiani è ariflessivo. Mentre nel caso dei bambini cinesi il loro approccio al gioco è influenzato da una pregressa conoscenza di un certo numero di caratteri cinesi che li aiuta nell’apprendimento di alcune conoscenze matematiche di base come la nozione di variabile, le matrici e i sistemi di riferimento. Conclusione: i bambini cinesi sono risultati in grado di ricorrere a strategie ben definite per affrontare il rompicapo.

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