Teatro Massimo: gli oggetti di scena in svendita
Vendita al ribasso per abiti settecenteschi indossati per "Un ballo in maschera" di Verdi, e poi le vesti delle Baccanti, parrucche, candelabri e maschere
In svendita oggetti di scena, costumi, cappelli, cassapanche, candelabri, fiori, maschere: non è la fiera dell’usato e non si tratta nemmeno di Bric-a-brac. Fino al 21 febbraio dal martedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 15 (ingresso dalla biglietteria), il Teatro Massimo è protagonista di una vendita al ribasso che ha visto aprire magazzini, camerini e depositi e portare sul banco, alla mercè di tutti, più di 500 pezzi appartenuti alla storia scenica del teatro. Prezzi per tutte le tasche, e a partire da sabato 11 febbraio costi ancora più bassi grazie, agli ulteriori sconti del 30% mentre dal 18 al 21 febbraio arriva il 50 % sul prezzo di partenza.
Tantissimi gli accorsi nelle prime giornate di vendita, tra amatori, collezionisti e semplici curiosi che hanno visto tirar fuori dai bauli impolverati oggetti di ogni genere: dagli abiti settecenteschi indossati da Giovanna Casolla per "Un ballo in maschera" di Giuseppe Verdi messo in scena nell'86, alle maschere diaboliche, altissimi candelabri, acconciature incipriate, abiti da sposa, le meravigliose vesti della Carmen, le maschere delle Baccanti. Ogni pezzo è accompagnato da informazioni complete sulla provenienza, occasioni ghiotte per chi, alle porte dell’imminente carnevale è in cerca della maschera veneziana misteriosa e perfetta, proprio perché ha calcato un palco altrettanto magico.
Dai 5 ad un massimo di 300 euro per portare a casa un pezzo d’arte. Gli oggetti in vendita fanno parte di lotti alienati cioè di quelle “rimasuglie”che non servono più al teatro e che non possono più essere vendute o affittate ad altri teatri perché troppo vecchi. Inoltre ci sono lotti interi di abiti che saranno venduti in blocco o alle associazioni teatrali o ai comuni per vari allestimenti teatrali. Tra chi porta a casa la divisa indossata nel 1977 dal tenore Ernesto Palacio per la "Cenerentola" di Rossini e chi mette mano ad una veste della Fedra, c’è chi è pienamente intenzionato a dare nuova vita agli aquisti. Si tratta di attori o scenografi che riutilizzeranno i costumi per nuovi allestimenti. Professionisti a parte, per la gente comune, l’iniziativa del Massimo rimane una possibilità per portare un po’ di magia del teatro a casa. Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero 091.6053267 o scrivere alla mail marketing@teatromassimo.it.
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