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Un calcio alla malasorte con i giusti amuleti

  • 22 dicembre 2005

La madre di tutte le battaglie contro la Fiorentina, così come ribattezzata dall’ambiente rosa dopo la cessione di Toni, è stata persa ricevendo l’onore delle armi dalla squadra viola, con in testa l’allenatore Prandelli. Un déja-vu della gara con il Livorno, dove gli sforzi della compagine rosanero non sono stati premiati dal risultato. E’ spietata, ma se vogliamo anche banale, la legge del calcio che premia chi butta dentro la palla, e vale poco imprecare alla malasorte o alle strepitose parate del portiere avversario. E così la compagine rosa macina chilometri e disegna belle geometrie in campo, ma al primo errore viene punita tanto con il Livorno quanto a Firenze, e la mancanza della necessaria dose cinica, figlia dell’inesperienza complessiva (ricordiamoci che l’età media della squadra è sui 22-23 anni ) non consente di raccogliere quanto seminato. Il 2005 si chiude e, contrariamente a quanto dichiarato da autorevoli fonti societarie che lo davano come anno sfigato, il bilancio è positivo. Vale la pena ricordare la strepitosa cavalcata della squadra verso il raggiungimento della storica qualificazione alla Coppa Uefa, le vittorie contro Lazio e Roma all’Olimpico, l’imbattibilità in campo europeo e le prestazioni complessive fornite dalla squadra sia sotto la gestione di Guidolin che di Del Neri.
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Il nuovo anno si aprirà con il mese più atteso da chi vive di chiacchiere e cioè quello del calciomercato. Del Neri e il suo staff hanno compiuto dei veri miracoli con una rosa ristretta, falcidiata da infortuni ed indubbiamente inadeguata a sostenere impegni tanto ravvicinati quanto importanti. La squadra ha bisogno di continuità nelle scelte tecniche e, contrariamente a quanto leggiamo, i nomi altisonanti accostati al Palermo snaturerebbero l’impostazione che la società si è data. Sarebbe difficile far digerire al tifoso nostalgico di Toni o Zauli, ceduti per i lauti ingaggi o richieste di aumenti, l’inserimento in squadra di prime donne strapagate. Più sensato sarebbe l’acquisto di giocatori che si stanno mettendo in evidenza in A o anche in B. Occorre prepararsi a dolorose cessioni necessarie per la sopravvivenza della società al fine di compensare il netto divario economico (inteso come incassi) con le grandi, Juve, Milan ed Inter in testa. Con le tre sorelle la corsa sarà sempre ad handicap e, contrariamente a quanto detto da Zamparini, il Palermo e non solo non potrà mai competere alla pari. E così occorre giocare d’astuzia pescando e bene valide alternative ai Grosso, ai Barone, ai Barzagli ed ai Zaccardo e lanciarne i sostituti con la necessaria pazienza che occorre coi giovani. I puntelli alla squadra vanno ricercati in quei giocatori che possono fare il gioco di Del Neri e, aggiungiamo noi, occorre qualche giocatore di esperienza che affianchi Corini nel prendere per mano la squadra nei momenti di smarrimento che sovente attraversa.

Di ali delneriane in rosa c’è il solo Santana. Gonzalez e Bonanni sono in ripresa anche se in prospettiva il secondo ci sembra più in grado di imporsi nel nostro calcio. Masiello ci sembra l’escluso da far crescere altrove in cambio di una certezza (Semioli, Marchionni ). La difesa ci sembra la più assortita, ma occorre un vice Grosso anche in prospettiva e, dopo la scomunica di Zamparini, due portieri che sostituiscano il titolare Guardalben e l’ex-vice Santoni. Il centrocampo ha bisogno del pieno recupero di Mutarelli e di un fine ragionatore, ma all’occorrenza anche intenditore, in grado di sostituire Corini o affiancarlo nella linea mediana. Codrea non pare abbia la fiducia piena di Del Neri e tenerlo a dispetto dei santi non ci pare sensato. In attacco occorre risolvere l’equivoco Brienza. Non ci ha stupito il fatto che non si sia integrato con il modulo di del Neri, perché non è una seconda punta bensì un trequartista puro. Sarebbe più sensato cederlo senza perderlo. Magari in cambio di una prima punta o di un’ala, risolvendo così due problemi con una sola operazione: Brienza è libero di esprimere appieno l’enorme talento ed il Palermo guadagna una utile contropartita. In avanti il Palermo non può ridursi come a Firenze a contare su una sola punta vera. Il reparto va rinfoltito con attaccanti di stazza e magari dotati della giusta esperienza e concretezza sotto porta, specie se Makinwa mancherà per più di un mese per disputare la Coppa d’Africa. Ci auguriamo che il 2006 porti all’ambiente rosa quella serenità che pare sia venuta meno negli ultimi tempi. In particolare, gli sportivi che ne seguono le sorti stiano più vicini a giocatori e tecnico, che tutto meritano tranne feroci e, a volte, ingiustificate contestazioni.

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