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Un classico del teatro dialettale allo Zappalà

  • 30 gennaio 2007

Eredità da contendere, litigi in famiglia e tantissimi equivoci con relativi colpi di scena. Questi e molti altri sono gli elementi che hanno reso “L’eredità dello zio canonico”, commedia brillante in tre atti di Antonio Russo Giusti, un classico del teatro dialettale, opera nota anche ai non amanti del genere. Lo spettacolo sarà in scena dal 3 all’11 febbraio al teatro Franco Zappalà di Palermo (via Autonomia Siciliana 125) per il cartellone della stagione di quest’anno. “L’eredità dello zio canonico”, cavallo di battaglia dei più grandi attori, opera di cui esistono anche delle versioni cinematografiche, verrà messa in scena nell’allestimento diretto da Nino Zappalà, che interpreterà anche la parte del protagonista, il cavaliere Antonio Favazza. Sul palco gli altri attori saranno: Croce Costanza nel ruolo del cavaliere Amore, Giuseppe Zappalà nel ruolo di Mario Favazza, Maria Zappalà nel ruolo di Nenza, e Franco Zappalà che interpreterà il vecchio Chiarenza. Inoltre, saranno in scena: Paolo Tutone, Franco Librera, Antonella Mucè, Alessandra Bommarito, Maria Villella, Mirco Lo Jacono, Salvatore Di Fatta. La commedia prende le mosse da un problema di eredità: i due rami della famiglia Favazza infatti si contendono acerbamente l’eredità di un defunto zio prete.Ecco allora che si presenta il personaggio cardine della vicenda, il cavaliere Antonio Favazza, che alla morte dello zio viene considerato erede universale.

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Per celebrare lo zio, il cavaliere inizia ad indebitarsi per sostenere le spese delle onoranze funebri fino a quando la lettura del testamento non gli riserverà un’amara sorpresa. Sarà allora, infatti, che l’operoso cavaliere Favazza scoprirà sì di essere l’erede universale ma scoprirà anche, del tutto inaspettatamente, di aver ereditato ben poco. Però qualcosa accadrà ed ecco arrivare al momento giusto un secondo provvidenziale testamento, a riempire le tasche del nostro cavaliere. Ma rieccoci: secondo equivoco, secondo colpo di scena! Il fallimento della banca presso cui è custodito il patrimonio rimette ancora una volta tutto in discussione e le tribolazioni continuano. Ma siamo in una commedia e per il godimento generale il finale, nella maggior parte dei casi, è comunque lieto. Tutto infatti si risolverà per il meglio, anche grazie a ben tre matrimoni tra le famiglie Favazza. Oltre a questa commedia, l’autore (nato a Catania nel 1876 e morto a Belpasso nel 1957), avvocato e in seguito persino vice pretore di Belpasso) scrisse altri famosi successi del teatro dialettale, fra i quali “Gatta ci Cova”, “'U Spirdu”, “Il Cittadino Nofrio”, “Cerco Moglie ma non Stabile” ecc.. Oltre a “L’eredità dello zio canonico” anche “Gatta ci cova” vanta una trasposizione cinematografica. Tornando allo spettacolo, questi gli orari: sabato 3 febbraio alle 21.30, domenica 4 e domenica 11 alle 18.30, venerdì 9 alle 17.30, sabato 10 alle 17.30 e alle 21.30. I prezzi al botteghino sono di 15 euro l’intero, 13 euro ridotto Cral e 10 euro militari e ragazzi. Informazioni e prenotazioni allo 091543380 oppure allo 091362764.

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