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Un salutare bagno d’umiltà

  • 25 settembre 2006

La settimana a tinte rosa lascia uno strascico di nero. Partita vietata ai deboli di cuore nel derby più violento che si ricordi e prestazione alla camomilla contro uno spumeggiante Empoli. Sinceramente non sappiamo se iniziare dallo spettacolo di colori e di passione offerto dal derby, rovinato da scontri tra opposte tifoserie favorite dall’organizzazione approssimativa e da un inadeguato servizio d’ordine predisposto dalla questura, dove in campo ha trionfato il calcio quello vero fatto di sano agonismo, di gesti tecnici e da grappoli di gol, o dalla scialba prestazione empolese culminata nella sconfitta.

Non crediamo che squadra e tecnico si siano fatti prendere da vertigini di alta classifica, sarebbe troppo stupido pensare sul serio allo scudetto e più realistico un piazzamento ai primi quattro posti che valgono la zona Champions. Se critica dobbiamo muovere alla squadra schierata ad Empoli è la scarsa concentrazione del collettivo da una parte ed il ricorso ad un turn-over eccessivo che ci pare di aver penalizzato la squadra nella scelta tecnica di non schierare Corini in assenza di Simplicio.
Parravicini ci è parso macchinoso e lento nell’impostazione, Guana il più convincente e Diana abulico.

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Niente alibi sul rigore sbagliato o su di un altro (abbastanza plateale ed evidente) non concesso. L’Empoli ci ha creduto, ha giocato come il gatto con il topo ed è riuscito ad approfittare della groviera offerta da un centrocampo non all’altezza. La storia del centrocampo è tirata in ballo non a caso: troppi i gol incassati per mancanza di un filtro adeguato e non garantito dalla presenza contemporanea di Conini-Simplicio-Diana, eccessivamente scoperte le fasce laterali dove, in mancanza di raddoppi sugli esterni avversari, arrivano troppi traversoni pericolosi al centro dell’area.

Niente preoccupazioni, siamo appena alla quarta giornata ed ancora qualcosa va registrata al meglio ed a questo ci penserà Guidolin. L’ultima nota tecnica la riserviamo a Ciccio Brienza: quando crescerà definitivamente? Rigore a parte (può sbagliare chiunque dagli undici metri) ci sembra alla soglia dei 28 anni privo della giusta cattiveria sia in fase di fraseggio che in fase conclusiva, seppur dotato di immensa tecnica.

Il bagno di umiltà è rivolto all’intero ambiente: tifosi festanti possono parlare a caldo di scudetto dopo un 5-3 inebriante e per giunta ottenuto contro il Catania; ma pronunciare quella parola a mente fredda è sintomatico di poco realismo che può avere un effetto boomerang da “tutto nero o tutto bianco” che l’intero ambiente deve assolutamente evitare. Noi ci sbilanciamo affermando che la squadra è attrezzata per raggiungere le prime quattro posizioni che, tradotto, significherebbe Champions League.

Intanto senza neanche tirare il fiato, giovedì gran galà contro il temibile West Ham di Tevez e Mascherano. Non inganni lo 0-1 di Londra, gli inglesi sono ben messi e sputeranno l’anima fino al novantaseiesimo. Occorrerà una partita dove cuore e testa dovranno essere in sintonia piena. Occorrerà il miglior Palermo sostenuto da un pubblico passionale e caloroso come quello visto con il Catania. Certo la politica dei prezzi adottata dalla società non aiuterà a riempire gli spalti del Barbera, una ragione in più per chi sarà presente di amplificare il sostegno sopperendo, così facendo, alla mancanza di altri tifosi tenuti fuori dalla stoltezza di una parte di società che ha deciso ingiustificatamente di adottare simili prezzi.

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