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Una protesta nel trentennale del Brass

Ignazio Garsia: «E’ un atto ormai inevitabile perchè la situazione non è più sostenibile».

  • 17 gennaio 2004

Ignazio Garsia, il presidente del Brass Group di Palermo si è incatenato nel pomeriggio di sabato 17 gennaio a un pianoforte a coda nell’angolo adiacente la facciata del Teatro Santa Cecilia. Senza dire niente a nessuno, ha chiamato un trasportatore, si è seduto al piano e ha dichiarato di iniziare uno sciopero della fame. A poco a poco, con un tam tam di telefonate, sono stati informati soci del Brass, collaboratori, amici e giornalisti ed una piccola folla ha iniziato a riunirsi attorno al Maestro Garsia.

«E’ un atto ormai inevitabile, - dice - la situazione non è più sostenibile. I meccanismi di gestione dello spettacolo di questa città non permettono ad un’associazione come la nostra di andare avanti. Ci si ritrova ad avere come concorrente l’amministrazione comunale stessa o comunque grandi enti pubblici e si finisce con il soffocare. I finanziamenti al Brass si sono ridotti ad un terzo di quelli che avevamo anni fa e, nonostante le nostre continue richieste e le continue promesse, non riusciamo ad avere una sede per realizzare una stagione invernale, uno spazio per mantenere un’orchestra jazz se non stabile almeno permanente».

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La protesta del Maestro Garsia è proprio legata alla notizia che il Teatro Santa Cecilia, sul quale si erano concentrate le speranze del Brass, è diventato patrimonio del Teatro Massimo. Ed il Santa Cecilia era lo spazio nel quale si sarebbe dovuta svolgere la stagione invernale del Brass, che invece è dovuta partire a fine novembre al teatro Orione. Il Brass Group è un’associazione ormai storica in città. Da trent’anni diffonde la musica jazz con stagioni concertistiche e con una costante attività didattica, muovendosi sempre in mezzo a grandi difficoltà. E la protesta nasce spontanea con un atto individuale.

«Ho rassegnato le mie dimissioni. Il Consiglio d’Amministrazione sarebbe stato contrario. Più volte avevo manifestato l’intenzione di attuare una protesta eclatante ed ogni volta ero stato dissuaso. A questo punto non ho avuto più il coraggio di restare a casa facendo finta di nulla. E’ un atto di stanchezza. Forse è l’unico modo per sensibilizzare l’opinione pubblica e l’amministrazione di questa città del fatto che ci sono associazioni alle quali viene impedito di lavorare. Si parla da tanti anni della trasformazione del Brass in fondazione, cosa per la quale è stato presentato un progetto di legge alla Regione. Progetto che si è perso nei meandri di palazzo, mentre la musica e i musicisti a Palermo agonizzano».

Dal pomeriggio di lunedì 19 gennaio sarà possibile sottoscrivere il documento di protesta del Brass Group presso Ellepì dischi, via Libertà 29/c a Palermo, davanti al Teatro Santa Cecilia e sul sito internet www.thebrassgroup.it.

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