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Una settimana di fuoco

  • 11 dicembre 2006

L’eleganza e la praticità con cui i rosa hanno polverizzato il malcapitato Livorno hanno rintuzzato il periodo di mancanza di risultati. Badate bene, mancanza di risultati e non crisi come a gran voce qualcuno indicava. Se andiamo a guardare la mini-serie negativa che ha coinvolto l’undici palermitano, è evidente che a Cagliari si è perso al 91' in dieci e contro una squadra che ha fatto penare in casa propria squadre blasonate come Inter e Milan, con la Samp in Coppa Italia è stato un autentico “karakiri” guidoliniano nell’affrontare un impegno con una squadra infarcita di riserve e primavera al cospetto di un undici avversario titolare o quasi, mentre con la regina incontrastata del campionato la sconfitta può arrivare in ogni caso e le attenuanti non mancano, come le assenze contemporanee di Simplicio e Di Michele e l’infortunio patito da Amauri in avvio di partita, non dimenticando la Coppa Uefa dove vale lo stesso discorso fatto con la Sampdoria in Coppa Italia.

Semmai qualcuno lo avesse dimenticato, questa squadra è terza e, dopo il risultato della Roma nel derby perso, a solo un punto di distacco dalla seconda. La squadra rosa gode di un campionato anomalo per penalizzazioni ed esclusioni eccellenti ma, a conti fatti, senza l'handicap in classifica squadre come Lazio e Fiorentina sarebbero largamente dietro i rosa che stanno disputando un campionato eccellente. Avevamo invocato umiltà, concentrazione ed impegno nel precedente numero della rubrica ma la squadra nel complesso è andata oltre. Raramente si è vista un’applicazione collettiva così intensa in pressing e ripartenze veloci, una squadra che riesce a giocare in maniera sonnacchiosa per poi offrire autentici e micidiali accelerazioni da stendere chiunque si trovi di fronte.

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Avevano chiesto di non essere fischiati Barzagli & C., anche questo capita ad una squadra terza in classifica, ma di certo non si aspettavano l’accoglienza sincera riservata allo sfigato “Airone” dalle ali tarpate. Bellissimo e degno di un pubblico maturo l’ovazione d’incoraggiamento al suo ingresso in campo e, ancora più importante, la caparbietà con la quale Andrea Caracciolo non vuol dichiarare fallita l’avventura in rosa. Elegante l’airone milanese lo è sempre stato, inspiegabile il deficitario apporto fornito per uno che, non più lontano di un anno e mezzo fa, fu definito da Lippi il futuro centravanti della nazionale. Noi siamo convinti che il ragazzo soffra di qualche difficoltà a livello psicologico (sportivamente parlando) che lo rendono fragile alla prima giocata negativa: se le premesse sono quelle di sabato e cioè rabbia e convinzione nei propri mezzi, Palermo avrà ritrovato un giocatore importante.

Si marcia verso la sfida da dentro o fuori contro gli spagnoli del Celta in Coppa Uefa e, a scanso di equivoci, Guidolin si è detto molto interessato al passaggio del turno. Basterà una vittoria, non facile contro una squadra che in trasferta esprime il meglio di sé, ma alla portata del Palermo. Svanito il sogno tricolore, pensiamo anche per i giallorossi prossimi avversari dei rosa, resta l’importante obiettivo dell’accesso diretto in zona Champions ed il titolo abbastanza prestigioso di vice campioni d’Italia.

Domenica i ragazzi sono attesi da una prova di maturità contro la Roma, squadra divertente come poche a livello di gioco, ferita da un derby perso malamente e consapevole della posta in palio. Ci attendiamo sul piano tattico le stesse mosse di Delio Rossi, tecnico laziale, che è riuscito a bloccare il gioco dei due formidabili centrali De Rossi e Pizarro e sulle fasce laterali dove Mancini e Taddei imperversano. Occorrerà la giusta cattiveria ed un’applicazione totale, badando bene agli inserimenti di Perrotta e dello stesso De Rossi negli spazi ed alle giocate di capitan Totti. Una banalità forse, ma il Palermo visto sabato sera può davvero giocarsela alla pari contro i giallorossi e non solo.

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