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Una vittoria scaccia “pareggite”

  • 11 dicembre 2005

E’ la vittoria di Del Neri? E’ la vittoria del gruppo nei confronti di un ambiente sull’orlo di una crisi di nervi? E’ la vittoria di un Zamparini dopo la promessa di tacere? Di certo hanno vinto i tifosi rosanero assiepati sugli spalti dell’Olimpico che, nonostante a Palermo tirasse brutta aria, non hanno abbandonato la squadra al proprio destino. Ma una vittoria nello stadio Olimpico di Roma, a prescindere dalla forza della squadra giallorossa, lontana parente dell’undici allenato anni addietro da Capello, dà sempre delle sensazioni particolari.

Durante la settimana, l’aria a Palermo si era fatta davvero pesante e la scialba prestazione fornita in Coppa Italia dalla squadra ha gettato un po’ tutti nello sconforto. Cominciavano a circolare nell’ambiente le solite voci di corridoio e i soliti spifferi davano lo spogliatoio come una specie di polveriera, con un Del Neri incapace di gestire diverse anime sfilacciate al suo interno. Cosa cambierà il secondo successo esterno di questo campionato? Lo scenario che ci auguriamo è che la squadra acquisisca fiducia e torni ad essere quella di inizio campionato con qualche accortezza difensiva in più e qualche amnesia di gioco in meno. Questo consentirà di rafforzare la posizione di Del Neri, magari regalando al tecnico di Aquileia alcune pedine essenziali nel proprio scacchiere e che in estate gli vennero per un motivo o per un altro negate. Ci auguriamo che l’ambiente si rassereni e dia un segnale di compattezza attorno alla squadra. Le vittorie sono la migliore medicina ai mali della squadra, reali o presunti che siano, ma non tutto è oro ciò che luccica. Il ritmo della squadra è molto basso e raramente si tenta di aggirare la squadra avversaria con fraseggi veloci a centrocampo o con cambi di passo sugli esterni. La squadra ha bisogno di uno o due uomini di esperienza in grado di sopperire ai vistosi cali di tensione che attraversa durante il match, possibilmente raccomandati dal tecnico. Il centrocampo è il reparto che bisogna puntellare sia per sopperire alle carenze di organico che per trovare un degno guardaspalle a Corini. Barone è prevedibile, macchinoso e incide poco sia in fase di impostazione che di interdizione. Non capiamo la sua involuzione di gioco e personalità rispetto alle prestazioni fornite in nazionale. Dei laterali, lo sanno pure i bambini, bisogna trovare di meglio e qualche puntello va anche trovato in avanti, soprattutto se Makinwa giocherà la Coppa d’Africa.

Cominciano ad imporsi giocatori come Bonanni e Makinwa , 46 anni in due ma dai mezzi atletici e tecnici davvero impressionanti, che sicuramente non hanno espresso appieno e che, ci auguriamo, lo faranno a breve. Bravo Biava che ha reagito alle critiche giustificate da un inizio di campionato stentato. Un pensiero al tecnico: ha posto fine al tormentone “pareggite” nello stadio che fu suo per circa cinque mesi, dove venne sbeffeggiato da giocatori non certo al top della professionalità (Cassano e Panucci), e dal quale andò via dimettendosi e accollandosi colpe non sue (la squadra romana senza di lui in panchina fece peggio). Riteniamo che, a parte le dichiarazioni rilasciate in questi giorni, disinteressate rispetto al passato giallorosso, il più felice sia proprio lui.

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