MONDO SOLIDALE
Mai più come Monreale e Partinico: un nuovo progetto per famiglie nasce in Sicilia
Si tratta di un piano per sostenere minori e famiglie in stato di bisogno: vi raccontiamo il programma di interventi che agisce nelle realtà siciliane, i dettagli

Un bambino con un'assistente sociale
Il percorso si attiva in presenza di carenze educative e in contesti problematici per dare una mano a 30 famiglie in tutta Italia e tra queste realtà c'è anche quella siciliana.
«Questo programma è stato attuato nel lontano 2014 coinvolgendo diversi ambiti territoriali - racconta a Balarm l'assistente sociale Gaia Aiello -. Dal 2021 questo programma non è più facoltativo, ma obbligatorio perché essenziale.
Solitamente la segnalazione viene fatta agli assistenti sociali. Il programma resta comunque basato sul consenso. Senza quello, non si attiva».
Sono diversi i servizi sul territorio siciliano, in particolare quello in corso affidato alla cooperativa Ideazione che sta coinvolgendo ben 30 famiglie, distribuite sul Distretto Socio Sanitario 41 con Partinico comune capofila, e finanziato con oltre 202 mila euro dall’Unione Europea nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Al centro del progetto ci sono le necessità del bambino e della famiglia di riferimento. Ogni persona presenta delle esigenze differenti e glielo si cuce addosso: «Il progetto per la famiglia si costruisce caso per caso- continua l'assistente sociale -.
La durata è di 12 mesi e coinvolge famiglie con minori da 0 a 11 anni».
Sono diverse le figure professionali che fanno parte dell'equipe multidisciplinare. Tra queste assistenti sociali, psicoterapeuti ed educatori che, attraverso incontri a domicilio e online, garantiscono fino a tutto marzo 2026 un servizio educativo domiciliare e una vicinanza solidale a famiglie e gruppi di bambini.
«Quando tutto va in porto, si attivano i dispositivi. Non sono altro che le azioni e gli interventi sulla famiglia sull'educativa domiciliare.
È stato, inoltre, rafforzato il partenariato tra scuola e famiglia per creare una rete solida fatta di servizi concreti».
Questi dispositivi sono degli aiuti che quotidianamente sostengono i genitori nella crescita che lavorano e non riescono a essere vicini ai figli come vorrebbero.
Tra questi c'è la vicinanza solidale: «Se la madre o il padre lavorano, l'obiettivo è quello di non lasciare che i figli rimangano da soli.
Ad esempio, se i genitori per impegni non possono accompagnare il figlio a calcetto, anche un vicino di casa scelto ovviamente dalla famiglia può farlo. Da qui la "vicinanza solidale".
Vogliamo combattere contro l'isolamento sociale per cui spesso la famiglia viene emarginata, si sente sola e questo non è giusto».
L’intervento previsto si articola in quattro fasi cruciali.
La prima è una pre-valutazione tramite cui l’équipe multidisciplinare completa insieme alle famiglie un lavoro di "pre-assessment" (valutazione, ndr) dell'ambiente familiare in cui si trova il bambino al fine di stabilire il livello di rischio di allontanamento per il piccolo.
Qualora le famiglie accettino, segue una seconda fase di valutazione e progettazione durante la quale i professionisti sono in contatto costante con la famiglia.
La terza fase si incentra nella realizzazione del programma, che comprende quattro principali tipologie di dispositivi:
-Interventi di educativa domiciliare con le famiglie per sostenere i genitori, rafforzare le relazioni genitori-figli e migliorare lo sviluppo dei bambini
-Partecipazione a gruppi di genitori e di bambini come attività di sostegno alla genitorialità
-Collaborazione tra scuole - famiglie e servizi sociali: nel gruppo c'è anche l'insegnante di riferimento del bambino
-Famiglie d’appoggio: aiutanti volontari locali, quali parenti, amici, vicini, che offrono un aiuto/sostegno concreto alla famiglia
La quarta fase è di un'ulteriore valutazione per capire se la famiglia deve proseguire la propria partecipazione al programma P.I.P.P.I., oppure rientrare nella normale presa in carico dei servizi.
«Recentemente il nostro territorio ha subito fatti gravissimi, come quelli di Partinico e Monreale - dichiara il sindaco di Partinico, Pietro Rao -. Questo ci ha portato a una profonda riflessione sul ruolo delle istituzioni nei confronti del nostro tessuto sociale.
Questi fatti incresciosi, scaturiti anche da una carenza nei percorsi educativi che coinvolgono scuola e famiglia, possono essere prevenuti da una progettualità mirata come questa».
«Abbiamo instaurato colloqui, parlato con famiglie e minori, entrando nelle dinamiche quotidiane di queste famiglie - spiega la la psicoterapeuta del progetto Marcella Maltese -.
Questo ha innescato un circuito di collaborazione anche tra educatori e assistenti sociali che punta a raggiungere l’obiettivo dell’autonomia genitoriale e un equilibrio sociale nei minori».
«Dal 2009 svolgiamo attività su tutto il territorio regionale, collaborando con istituzioni ed enti del Terzo Settore, finalizzando sempre gli interventi alle fasce più deboli del nostro tessuto sociale - spiega il legale rappresentante della Cooperativa Sociale Ideazione Salvatore Fallea -.
Nello specifico, troviamo sia fondamentale mettere insieme quelle professionalità in grado di lavorare in equipe per garantire servizi mirati ed efficaci, in questo caso in ambito socio-sanitario e relazionale».
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