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Mostre, un nuovo bookshop e la caffetteria: una nuova vita per il Museo Riso di Palermo

Tante novità in vista per il Museo regionale d'arte moderna e contemporanea di Palermo che, dopo un lungo momento di difficoltà, si prepara a rinascere

  • 8 settembre 2020

Palazzo Belmonte Riso a Palermo, sede del Museo Riso

Si prospetta un autunno ricco di appuntamenti e di novità per il Museo regionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, soprattutto nella sede del Museo Riso (via Vittorio Emanuele, 365), in vista delle tante attività, alcune già avviate in questi giorni, che riguarderanno non solo le esposizioni d'arte ma anche l'apertura della nuova biglietteria, del bookshop e della caffetteria.

«Dopo un lungo periodo di difficoltà e di incertezze dettate dalla pandemia - spiega Luigi Biondo, direttore del Polo museale che comprende anche la Cappella dell'Incoronata, il Palazzetto Agnello, Palazzo d'Aumale, il Real Albergo delle Povere, l'Osservatorio Paleontologico e il Castello Medievale di Caccamo - finalmente ritorniamo con tanti progetti e delle novità che riguardano anche la struttura stessa del Museo Riso».

Da poco più di un anno in carica come direttore del Museo regionale, Luigi Biondo si è trovato a congelare il calendario di attività che era già stato preventivato in attesa di poter riaprire in totale sicurezza e con la possibilità di accogliere gli artisti provenienti da tutto il mondo.
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«Dopo un lungo momento di smarrimento che ha coinvolto tutti - continua Luigi Biondo - grazie al sostegno dell'assessorato regionale dei Beni culturali e dell'Identità siciliana, abbiamo potuto predisporre dei lavori di manutenzione e riordino di alcuni spazi del Museo Riso che offrivano delle potenzialità non indifferenti, legate anche alla circostanza del Covid-19 (lo spazio può accoglier fino a 120 persone).

In particolare abbiamo sistemato e predisposto per eventi all'aperto, quello che viene definito "giardino" o che potremmo chiamare l'agorà dell'edificio che era uno spazio poco sfruttato, se non sporadicamente (qui era stata allestita il giardino delle farfalle)».

«Questo nuovo spazio, che già ospita una serie di attività, avviate nei giorni scorsi, direttamente prommosse dall'assessorato regionale, che vanno dal teatro alla musica, vorremmo diventasse una sorta di "Teatro di Verdura" in centro città, una sede estiva all'aperto spendibile in diverse declinazioni. In questo spazio fino ai primi giorni di ottobre sono già calendarizzati diversi appuntamenti».

Ma le novità intorno al Museo Riso, che si appresta a diventare uno dei luoghi di punta dell'arte e non solo, nel cuore del centro di Palermo, rigurdano anche la prossima apertura, dal 25 settembre, della rinnovata biglietteria a cui si affiancherà un nuovo bookshop e la caffetteria: tutti progetti promosso da CoopCulture, nuovo partner del Polo museale insieme a Mondo Mostre e Skira.

Come è già stato realizzato all'interno del Museo archeologico Salinas anche il Riso avrà uno spazio di front office pensato per accogliere al meglio i fruitori del Museo, con un'anima "contemporanea" in linea con il luogo espositivo, che ospiterà una sezione di vendita di libri d'arte ma anche di oggetti legati alla manifattura locale e, nella zona della caffetteria, un bistrot nel quale poter consumare e scoprire i prodotti a Km 0 strettamente legati al territorio.

Il tutto in una vetrina d'eccezione, nel pieno centro storico, quale è corso Vittorio Emanuele.

Ad aprire, infine, simbolicamente le porte del Museo Riso, e non solo, all'arte internazionale sarà l'evento, a partire dal 25 settembre, "Luce da Luce", ambizioso progetto nato dalla tesi di un master che consta di tre mostre contemporanee che coivolgeranno altri siti del polo museale, con 2 video installazioni e tre giornate di studio, dal 25 al 27 settembre, tre concerti, delle 'ex tempora' di un calligrafo e di un iconografo e dell’esposizione di preziose pubblicazioni antiche quali il Codex Purpureus Rossanensis, un antico Corano e un libro di preghiere della biblioteca francescana di Palermo.

Il titolo, conclude il direttore Biondo, è emblematico e significativo: «Lo abbiamo scelto questo titolo non a caso poiché nelle tre traduzioni in greco, italiano e arabo il senso non viene alterato. Questa progetto vuole mettere in relazione e approfondire il rapporto tra l'ortodossia e la "Luce" nella sua simbologia più profonda».
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