ITINERARI E LUOGHI
Non arrendersi all'abbandono in Sicilia: uno studio (da 32 anni) "ridisegna" 7 Comuni
Arriva proprio quando tutto sembra destinato a perdersi, quando la storia si fa silenziosa e i centri si svuotano, un dono che per molti Comuni diventa luce

L'architetto Roberto Dolce
È quello che ha fatto l’architetto Roberto Dolce donando al Comune di Polizzi Generosa, patria d’origine della sua famiglia, un prezioso studio redatto per la Regione Siciliana ben 32 anni fa.
Il professionista 34 anni fa circa ha redatto il piano regolatore di Polizzi Generosa (ancora vigente).
Così si è accorto, elaborando il piano regolatore, che era necessario recuperare e studiare i centri storici minori.
Quindi questo incarico è stato un motivo in più per approfondire e conoscere altri luoghi che poi sono diventati oggetto di studio successivamente.
Un lavoro lungimirante, meticoloso, ricco di sapere tecnico e amore per il territorio, dedicato ai centri storici minori siciliani. Quattordici volumi da 500 pagine ciascuno, in 5 copie.
Un patrimonio inestimabile, spesso dimenticato, che oggi torna a pulsare con nuova vita grazie alla generosità di un professionista che ha saputo guardare oltre il suo tempo.
Questo studio, condotto con rigore scientifico secondo la metodologia del CRICD (Centro Regionale per l’Inventario e la Catalogazione Documentale), è molto più di un documento tecnico: è un atto d’amore per la Sicilia interna, per quei centri che si estendono dalle Madonie all’entroterra palermitano fino alla costa tirrenica.
Stiamo parlando di Polizzi Generosa, Gratteri, Alia, Montelepre, Partinico, Prizzi e Trappeto: luoghi che custodiscono una ricca eredità storica, artistica e culturale, oggi minacciata dallo spopolamento e dal degrado edilizio.
Ma proprio quando tutto sembra destinato all’abbandono, quando la storia si fa silenziosa e i centri si svuotano, un dono come quello dell’architetto Dolce diventa luce.
Un seme piantato per chi verrà. Perché in quelle pagine, scritte con passione e competenza, c’è una speranza concreta: che le giovani generazioni possano riscoprire le radici della nostra terra, valorizzarle, proteggerle e farne nuova linfa per un futuro sostenibile, consapevole e umano.
I centri storici minori non sono solo cartoline da conservare, ma cuore pulsante dell’identità dell’isola, luoghi in cui si riflette la complessità e la bellezza della Sicilia autentica.
Ciascuno ha le sue peculiarità anche se si possono dividere, a grandi linee, in quelli costieri perlopiù a vocazione agricola, che si sono sviluppati intorno al 1600 e quelli dell'entroterra, di epoca medievale, risalenti al 1200 circa.
Comprenderli, studiarli, raccontarli è oggi più che mai un’urgenza culturale e civile. Ecco perché il lavoro dell’architetto Dolce rappresenta una straordinaria risorsa per studenti, ricercatori, amministratori locali, architetti, urbanisti, ma anche per chi sogna di tornare nei luoghi dei nonni e dare loro nuova vita.
Potrebbe essere spunto per tesi di laurea, base per progetti di rigenerazione urbana, ma anche semplice ispirazione per chi crede che un altro modo di vivere sia possibile, a partire dai piccoli centri.
Infatti, l’Amministrazione comunale ha già intrapreso fruttuose ed importanti collaborazioni con il Dipartimento di Architetture dell’Università degli Studi di Palermo ed altresì ha previsto un evento scientifico - culturale per approfondire e studiare quanto oggi donato.
L’atto di donazione assume non solo un profondo valore simbolico ma anche uno spunto di riflessione quanto mai pratico in quanto il Comune di Polizzi Generosa è tra i pochi in Sicilia ad avere avviato il progetto di redazione del nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG), la cui progettazione è stata affidata al professor Giuseppe Trombino.
Questo è un messaggio profondo di grande rilievo e dimostra come passato e futuro possano sinergicamente dialogare, come l’esperienza e l’innovazione possano essere d’aiuto e da volano per le nuove generazioni di architetti, ingegneri, pianificatori e tecnici del territorio.
L’architetto Dolce, con uno stile sempre sobrio ma profondamente umano, ha saputo coniugare analisi e visione, struttura e sensibilità, memoria e progetto.
Ha anticipato temi oggi centrali, come la sostenibilità, la valorizzazione delle aree interne, la necessità di una pianificazione condivisa con le comunità locali.
Più nel dettaglio lo studio analizza e individua, già all'epoca, criticità quali palazzi in decadimento, spopolamento progressivo, degrado del contesto urbano e propone soluzioni per rigenerare luoghi destinati ad andare perduti. Tutto mantenendo l'intelaiatura del territorio.
In tempi in cui le città si allargavano a dismisura, lui ha scelto di guardare ai margini, dove la storia sussurra e le pietre parlano. E oggi, a distanza di oltre tre decenni, il suo contributo torna a essere attualissimo.
Polizzi Generosa, con la sua storia millenaria incastonata tra le montagne delle Madonie, non è solo luogo simbolico di questo gesto. È anche terra natia del padre dell’architetto Dolce, il cavaliere Stefano Dolce, figura stimata e amata dalla comunità.
E proprio a questo legame profondo, intimo, si deve il valore simbolico dell’atto: una restituzione, un tributo, ma anche una chiamata alle nuove generazioni affinché non dimentichino da dove veniamo.
In un tempo in cui tutto scorre veloce e si consuma, questo gesto ci invita a rallentare, a guardarci attorno, a riscoprire la forza dei luoghi piccoli e silenziosi, a restituire valore a ciò che sembra marginale ma è in realtà fondamento della nostra identità collettiva.
Che questa donazione diventi un esempio. Che Polizzi Generosa possa accogliere questo dono con il rispetto e la gratitudine che merita.
E che i giovani siciliani, studenti e sognatori, architetti e narratori del domani, possano trarne ispirazione per ripartire da dove tutto è iniziato: dai borghi, dalla bellezza, dalla memoria.
«Ho 75 anni - dice - e ho ricoperto diversi incarichi pubblici e adesso per me è venuto il momento di donare il mio lavoro. L'amministrazione di Polizzi ha recepito tutto e credo che metterà a frutto uno studio che già anni fa parlava dl territorio toccando temi che ora sono all'ordine del giorno».
Perché la storia non si costruisce solo con i grandi eventi, ma con i piccoli gesti che accendono il futuro.
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