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Non tutti lo sanno, ma "Crasto" fu il suo primo nome: il paese nel cuore della Sicilia

Con il video di Carmelo Di Salvo vi portiamo nell'entroterra siciliano: alla scoperta di quella che fu l'antica città di "Crasto", un paese nella provincia di Palermo

Balarm
La redazione
  • 25 luglio 2022

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Con questo video di Carmelo Di Salvo, realizzato nell'ambito del suo progetto "In giro con Milo", andiamo nell’entroterra siciliano: a Castronovo di Sicilia e Vicari, due comuni in provincia di Palermo che si trovano quasi a metà strada tra il capoluogo siciliano ed Agrigento.

Il territorio di Castronovo ricade nell’area dei Monti Sicani, un altopiano che separa la grande fossa di Caltanissetta, ad Oriente, dal bacino di Salemi ad Occidente. L’area attrezzata di Santa Caterina, di particolare bellezza naturalistica, è facilmente accessibile dal percorso stradale che congiunge Filaga a Castronovo di Sicilia e conserva anche un insediamento bizantino.

Non tutti forse sanno che il suo primo nome fu "Crasto", nome di etimologia greca che indica fortezza. Le sue origini risalgono intorno al VI secolo a.C. e gli studiosi ritengono che la sua fondazione sia avvenuta per opera di popolazioni pre-elleniche e sicane. La città di Castro venne poi distrutta dai romani durante le guerre servili. Così l’antico nome “Crastus” si trasformò, in Castrus, che in epoca araba divenne Kassaro Kars-nub e infine Castrum Novum per i normanni.
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La struttura di Castronovo consente di assaporare un’aria salubre ed intensa e facilita la riscoperta dell’antica arte dei nostri antenati grazie alla presenza dei manufatti dell’edilizia rurale (pagliai, marcati ed altri opifici).

Le giogaie montuose che s’innalzano dal fiume Platani fino a lambire il cielo, arrivate fino ai nostri giorni col toponimo di Monti Sicani, custodiscono una delle più belle e caratteristiche perle naturali della regione siciliana: la Riserva di Monte Carcaci. La posizione geografica, il clima mite e la ricchezza d’acqua, favoriscono un’ottima produzione agricola e casearia.

L'origine di Vicari si fa risalire tra il VII ed il IX secolo, durante la dominazione musulmana. Tommaso Fazello attribuisce la fondazione della città e del castello a Chiaramonte III o a Chiaramonte II.

Non è da escludere che la stessa area sia stata antropizzata molti secoli prima: lo dimostrano alcuni reperti che sono stati trovati durante gli scavi eseguiti all'interno del castello. Dopo i Chiaramonte la città fu venduta ai Valguarnera, che nel 1408 la vendette a Gilberto Talamanca, che due anni dopo la alienò a Federico Ventimiglia. E poi ancora fu posseduta dagli Alliata, Squillaci.

Con i primi dell'800, si conclude la dinastia dei Bosco–Bonanno, che per quasi due secoli avevano retto l'abitato di Vicari elevandolo a Contea.
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