AMBIENTE
Lasciate gli smarphone a casa: in Sicilia il primo parco giochi al mondo vietato ai social
Telefonini banditi, divieto di chattare, social e siti web off limits: il progetto (con tanto di video rendering) di un parco pubblico che sorgerà vicino Palermo
L’idea è di un comitato di genitori che ha realizzato il progetto di un parco pubblico che sorgerà a Balestrate, in provincia di Palermo, in cui non è consentito l’utilizzo di cellulari, tablet o altro strumento di nuova generazione che abbia una connessione dati che permette di navigare sul web.
Un parco urbano dove sono previsti alberi, panchine e gazebi in legno, giostre, scivoli e altalene accessibili a tutti e senza barriere architettoniche, con unica regola: non navigare ma parlare.
L’idea parte da un comitato di genitori di Balestrate che, mossi dalla insopportabile mancanza di idonei spazi per le famiglie e per i bambini, hanno ben pensato di attivare questo progetto per la collettività anche grazie a una raccolta fondi di enti pubblici e privati ed una iniziativa di crowfunding.
«Oltre a realizzare un parco urbano, l’idea è anche stata quella di vietare l’uso dei social all’interno del parco, nel tentativo di restituire una socialità vera ai frequentanti. Ci eravamo accorti che ovunque, che sia per strada, che sia al supermercato, i ragazzi ormai non si guardano più in faccia, sono sempre con i telefoni in mano».
Per garantire l’assenza di intrusi digitali, l’organizzazione del nuovo parco avrà regole ferree.
Sono previsti infatti degli armadietti all’ingresso del parco in cui ognuno, prima di entrare, potrà depositare il proprio cellulare, che sarà da ritirare poi solo all’uscita.
Inserito il cellulare all’interno della apposita cassettina porta oggetti, partirà un timer che misurerà la durata del distacco da internet e dai social del singolo frequentatore.
«Abbiamo voluto prevedere il divieto, per chiunque frequenti il parco, di collegarsi a Facebook o ad altri social – spiegano i componenti il comitato – ed il timer serve proprio per quantificare il tuo tempo no social e recuperare così tempo di socialità vera».
E come se non bastasse, le regole del parco prevedono anche una multa simbolica a carico dei trasgressori social e chat addicted, la cui riscossione verrà devoluta in beneficienza.
Insieme al comitato dei genitori (tra cui rientrano, come parte attiva, Riccardo Vescovo, Giuseppe Grippi, Mariangela Orlando, Piera Testaverde e Gabriella Vitale) si è mobilitata anche tutta la collettività di Balestrate, professionisti e non.
«Per l’esecuzione del nostro progetto tutta la comunità di Balestrate si sta mettendo in moto, ognuno con la sua competenza: è una esperienza di cittadinanza attiva e di interesse per il bene comune, al fine di realizzare un progetto che è di tutti».
Il parco sorgerà nell’atrio di una scuola elementare e sarà accessibile a tutti. Ma vivere un'esperienza senza social è ancora possibile?
Se in molti hanno scoperto quanto sia piacevole la vita al di fuori di Facebook e di Twitter in determinate circostanze, diventa più difficile se siamo in posti "instagrammabili" o che ci piacerebbe condividere con gli "amici" di Facebook.
A detta di chi ha provato ad abbandonare i social, l’ostacolo più complesso da superare è proprio il dover resistere al bisogno di mostrarsi, prima ancora del bisogno di informarsi.
D'altro canto ormai qualsiasi azienda, dal ristorante al negozio e dall'industria alla società di assicurazioni, sceglie di essere sui social.
Parliamo del vantaggio di ottenere una pubblicità spesso gratuita: la gente fotografa, si fa un selfie, recensisce e si tagga e in questo modo comunica che l'azienda esiste e ne descrive le caratteristiche.
La scelta di vietare i social all'interno di un luogo di svago è una presa di posizione interessante: in quanti, domani, ricorderanno l'esistenza di questo posto?
In ogni caso, la prima pietra verrà posta a giorni grazie alla disponibilità dell’amministrazione locale che ha messo a disposizione uno dei cantieri di lavoro finanziati dalla Regione siciliana.
L’iniziativa consentirà di portare a termine i primi interventi murari, e poi toccherà ai volontari definire il progetto molto più ambizioso il cui costo si aggira sugli 80 mila euro.
«È un invito alla socialità – dicono i genitori che stanno curando il progetto – un modo per tornare a stare insieme, a dialogare, a essere presenti l’uno con l’altro. Ormai è normale ritrovarsi alla fermata dell’autobus, in casa, a una festa, e accorgersi che intorno stanno tutti con lo sguardo calato verso un telefono. Vogliamo regalare un mondo nuovo e una nuova prospettiva soprattutto per i più piccoli».
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