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Palermo dice addio a Franco Padiglione: i suoi gioielli indossati anche da Carla Fracci

È morto, all’età di 85 anni, uno degli orafi che hanno fatto la storia dell'alta gioielleria siciliana. Il suo atelier-laboratorio fu un punto di riferimento per le signore palermitane e non solo

Balarm
La redazione
  • 19 aprile 2022

Franco Padiglione - Foto di Geraldina Piazza

È morto all’età di 85 anni uno degli storici orafi "adottato" dalla città: Palermo dice addio a Franco Padiglione.

Artigiano di origini napoletane, Padiglione è morto a Palermo nel giorno di Pasqua. Iniziò ad apprendere il mestiere prestissimo, a 14 anni, come fece il padre, e come adesso prosegue il figlio. Tre generazioni di orafi, dal 1925, grandi creatori ed esecutori della tradizione italiana dell’alta gioielleria, utilizzando materiali preziosi che potevano essere forgiati secondo il gusto delle epoche che il loro lavoro ha attraversato.

Sognatore eclettico, cultore della bellezza, Franco nel 1958 apre il suo atelier-laboratorio in via Pipitone Federico, che subito diventa luogo d’incontro delle signore palermitane in cerca di un gioiello speciale.

Così coralli, agate, giade e pietre dure ma anche pietre preziose come acque marine, smeraldi e brillanti prendono le forme più particolari colorando e impreziosendo i gioielli, spesso creati su misura, su disegni unici.
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I gioielli della Maison vengono esposti nelle vetrine di mostre internazionali mentre una particolarissima collana, appositamente creata, viene donata alla étoile Carla Fracci che la indossa in varie occasioni pubbliche.

E la vetrina dello show room sembra animata da ogni esemplare di animale, soprattutto se dotato di ali: libellule, api, mosche, che volano verso quella natura così amata e tanto rappresentata in ogni monile, esprimendo un desiderio di libertà che cogliamo in ogni gioiello da lui realizzato.

Di Franco Padiglione ricorderemo sempre le sue mani, sciupate, con le unghie mangiate dal lavoro manuale, che muoveva in modo armonioso, e che sapevano realizzare i sogni, e i suoi occhiali calati sul naso mentre, sul banco ingombro di pietre e materiale prezioso, armeggiava con pinze e limette, parlandoti con un accento e una cadenza napoletana in cui ti potevi cullare.

La sua arte per fortuna non andrà persa ma tramandata: il figlio Ciccio, ultimo orafo, finora, della famiglia, continuerà a creare con l’ombra del papà dietro le spalle.

I funerali si terranno mercoledì 20 aprile, alle 9.30, nella chiesa di San Michele Arcangelo, a Palermo, vicino al suo atelier.

(Testo di Geraldina Piazza)
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