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Palermo non scorda quella barba: addio Vincenzo Agostino, papà coraggio contro la mafia

Addio, caro Vincenzo. La sua barba resta uno dei simboli più forti dell'antimafia. Per più di 30 anni ha lottato per avere giustizia sull'omicidio del figlio Nino

Balarm
La redazione
  • 22 aprile 2024

Vincenzo Agostino

La sua barba è stata e resterà un simbolo forte della lotta alla mafia. Palermo dice addio a Vincenzo Agostino, il papà dell’agente di polizia Nino, ucciso da Cosa Nostra assieme alla moglie Ida Castelluccio, l’8 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. Agostino si è spento domenica 21 aprile, all'età di 87 anni.

Da oltre trent'anni lui e la moglie, Augusta Schiera (morta nel 2019), sono stati i simboli di antimafia: genitori (e nonni) di tre vittime di mafia, il figlio Nino, la moglie di quest'ultimo Ida Castellucci e il bimbo che quest'ultima porta in grembo.

«Noi cerchiamo verità, non vendetta». Erano queste le parole che i coniugi Agostino pronunciarono subito dopo la tragedia che li ha sconvolti e così sono andati avanti per oltre 30 anni con l'obiettivo di vedere consegnati alla giustizia mandanti e assassini del figlio, della nuora e di quel bambino mai nato.

A Palermo e non solo, viene ricordato per la sua lunga barba bianca diventata simbolo della lotta alla mafia. Subito dopo l'assassinio del figlio aveva infatti giurato che non l'avrebbe tagliata fino a quando non avrebbe ottenuto giustizia con l'arresto dei colpevoli e sui depistaggi.
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Il giorno dei funerali del poliziotto e della moglie, Giovanni Falcone disse al suo amico commissario Saverio Montalbano: «Io a quel ragazzo gli devo la vita».

Secondo una delle ipotesi Antonino Agostino stava indagando sul fallito attentato dell'Addaura: il 21 giugno 1989 alcuni agenti di scorta trovarono su una spiaggia dell'Addaura un borsone contenente cinquantotto candelotti di tritolo. In quella stessa spiaggia si trovava la villa di Giovanni Falcone, obiettivo del fallito attentato.

Presumibilmente Agostino aveva scoperto qualcosa di importante su quel borsone-bomba dell'Addaura.

Un altro filone indica come movente il fatto che egli avesse visto tutori dell’ordine, forse dei servizi segreti, in compagnia di mafiosi.

Una prima verità è arrivata quando, a ottobre 2023, il boss Nino Madonia è stato condannato all'ergastolo.

Papà Vincenzo aveva assistito a tutte le udienze sia del processo in abbreviato a Madonia sia a quelle col rito ordinario a carico di Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto. «Si sta avvicinando il giorno in cui potrei tagliare la barba perché si avvia a conclusione anche il procedimento ordinario. In caso di condanna, quel giorno potrò mantenere la promessa che ho fatto sulla tomba di mio figlio - diceva - Intanto, Madonia resta in carcere, io spero che adesso decida di pentirsi e di raccontare tutto quello che sa». La corte d'assise si deve ancora pronunciare sulle responsabilità del boss Gaetano Scotto.

La morte di Vincenzo Agostino è stata accolta con commozione dal mondo delle istituzioni e della politica, a iniziare dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che ha definito Agostino un "protagonista di una coraggioso impegno contro la mafia".

«A nome mio e dell’amministrazione comunale, esprimo profondo cordoglio per la scomparsa di Vincenzo Agostino - dichiara il sindaco di Palermo Roberto Lagalla -. Il suo impegno civile, finalizzato alla ricerca della verità sulla morte del figlio Nino Agostino, l’agente di polizia ucciso, insieme alla moglie Ida Castelluccio, dalla mafia, deve continuare a rappresentare uno sprone per le istituzioni e la magistratura per arrivare a una verità completa su questo omicidio».

«In memoria di Vincenzo Agostino, uomo di grande dignità e coraggio, che ha dovuto affrontare il dolore della perdita di suo figlio, un valoroso poliziotto caduto vittima della mafia. A te, Vincenzo, che hai portato avanti la tua battaglia senza mai conoscere la verità, vogliamo rendere omaggio per la tua forza e la tua determinazione. Che il tuo esempio di coraggio e sacrificio continui a illuminare il cammino per un futuro di giustizia e verità».

Così, in un post su Facebook, lo ricorda l'amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio.

«Riposa in pace, Vincenzo, e che il tuo ricordo rimanga vivo nei cuori di tutti coloro che lottano per un'Italia libera da ogni forma di malavita - aggiunge Sergio, annunciando che - la Rai ha acquisito i diritti del documentario che racconta la sua storia e che andrà in onda nei prossimi giorni».

«Caro Vincenzo, ti ho abbracciato più volte in questo ultimo anno e nel salutarti per l'ultima volta sono certo che potrai, prima possibile, tagliare la tua lunga barba bianca in Paradiso, dove ti sei riunito alla amata moglie Augusta e a tuo figlio Nino, eroe della nostra amata Italia», conclude l'Ad Rai.

Alla Caserma Lungaro oggi, lunedì 22 aprile, dalle ore 12.00 è allestita la camera ardente per dare un saluto a quell'uomo con la barba simbolo dolce, ma forte, della lotta alla mafia.

I funerali si tengono domani, martedì 23 aprile, alla Cattedrale. A darne notizia è la figlia di Vincenzo Agostino, Flora, che con un post su Facebook: «Vi chiediamo di non portare fiori - scrive - ma di devolverli a qualche associazione».
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