CRONACA

HomeNewsAttualitàCronaca

Palermo si ribella dopo l'aggressione alla Cioccolateria: "Facciamo come a Madrid"

Le associazioni di categoria scendono in campo e chiedono più sicurezza con l'incremento delle forze dell'ordine sulle strade. E spunta anche una petizione

Luca La Mantia
Giornalista
  • 9 luglio 2025

La Cioccolateria Lorenzo di Palermo

Il coro è unanime: a Palermo serve un maggiore controllo del territorio. Lo chiedono in queste ore soprattutto le associazioni di categoria per contrastare l'ondata di criminalità che sta rendendo la città sempre meno sicura. L'ultimo caso, l'assalto alla Cioccolateria Lorenzo, ha provocato uno choc generale.

Ci sono soluzioni all'orizzonte? Se da un lato Confcommercio invoca il poliziotto di quartiere, Confesercenti avvia una raccolta firme per chiedere una maggiore presenza delle forze dell'ordine nel territorio.

«Da tempo evidenziamo l'esistenza di un problema sociale - commenta Antonio Cottone, presidente di Fipe Confcommercio Palermo -. La città negli ultimi anni è pienamente investita da un'ondata di criminalità provocata probabilmente dal degrado sociale, ma anche da una minore presenza di controlli».

Negli ultimi 5 anni il numero dei poliziotti a Palermo è calato di 180 unità, mentre i vigili urbani possono impiegare sulle strade appena 100 agenti senza limitazioni fisiche o di età su un organico di 1.700 unità.

«Come chiesto dalla presidente di Confcommercio Patrizia Di Dio serve il poliziotto di quartiere - aggiunge Cottone -. Non è la soluzione a tutti i mali ma sarebbe certamente utile a garantire più sicurezza. A Madrid c'è un agente ogni 300 metri. Perché qui non si interviene allo stesso modo?».

Esercito? Cottone allarga le braccia: «Sarebbe l'estrema ratio, ma la vedo come una soluzione relativa. Che potere di intervento avrebbe l'esercito? Sarebbe solo un deterrente. Il poliziotto di quartiere invece ha più potere. Vigili urbani? Se il personale è numericamente insufficiente, meglio puntare a combattere l'illegalità nelle strade invece di fare solo controlli nei ristoranti e nelle grandi attività».

Il senso di insicurezza è un boomerang per i pubblici esercenti. «Siamo le prime vittime - aggiunge Cottone -. Se cala il turismo per noi è un duro colpo e già rispetto allo scorso anno si nota una flessione. Se a questo si aggiungono gli episodi come quello accaduto alla Cioccolateria, allora la situazione è insostenibile. Ai titolari va tutta la mia vicinanza, ora però serve una risposta istituzionale».

Secondo il presidente di Fipe sono stati commessi errori: «Fino a un paio di anni fa il pugno duro era rivolto alle attività commerciali con limitazioni di orari e altre misure. Ma erano una bolla di sapone, perchè la microcriminalità si sposta. Se chiudi un locale, i delinquenti non restano a casa, vanno altrove. Si sposta il problema ma non lo si risolve».

Eppure, secondo l'ultimo Indice della Criminalità del Sole 24 Ore, Palermo è fuori dalla top ten delle città più pericolose d'Italia. In Sicilia il capoluogo occupa il primo gradino del podio, ma a livello nazionale è 21esima. Catania, invece, è al 24esimo, Siracusa al 25esimo, Trapani al 46esimo, Ragusa al 55esimo, Caltanissetta al 57esimo, Messina è all’81esimo.

Agrigento (93esimo posto) ed Enna (al centesimo posto) occupano le ultime posizioni della classifica e quindi sono tra le province più sicure del Paese.

Statistiche a parte e in attesa dei dati aggiornati al 2025, l'allarme cresce giorno dopo giorno. Soprattutto a Palermo. E anche Fiepet Confesercenti, che riunisce oltre 200 imprenditori, è scesa in campo lanciando una raccolta firme per chiedere una città più sicura con una maggiore presenza di forze dell'ordine.

«Lo abbiamo già detto: non chiediamo di militarizzare il territorio - dice Francesca Costa, presidente di Confesercenti Palermo - ma vogliamo che sia lo Stato a intervenire contro quest'aria di pericolo e violenza che si respira, soprattutto nel centro storico di Palermo».

Anche Doriana Ribaudo, eletta nei giorni scorsi presidente di Fiepet Palermo chiede risposte urgenti. «Non si tratta più solo di fatti episodici ma di un clima sempre più pesante su cui chiediamo di accendere i riflettori. Serve più controllo del territorio».

E aggiunge: «Crediamo che oggi Palermo abbia bisogno di più attenzione e chiediamo a tutte le forze sane della città di unirsi a noi con questa petizione per fare massa critica e non fare cadere nel vuoto le singole richieste di aiuto».
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÚ LETTI