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Panorami mozzafiato nell'entroterra in Sicilia: una passeggiata nel Bosco di Frassino

Un ambiente che oscilla ad un’altezza tra i 280 e 305 mt. dove troviamo paesaggi di rara purezza. Un contesto che racchiude anche delle testimonianze storiche

Salvatore Di Chiara
Ragioniere e appassionato di storia
  • 26 dicembre 2022

Il Bosco Frassino a Partanna

La scoperta del territorio è una delle curiosità che affascinano gli esseri umani. Spesso conduce alla ricerca di rare perle paesaggistiche. Tra queste, un posto al sole lo merita il Bosco Frassino.

Si tratta di un'emozionante camminata che riesce a produrre delle reazioni positive. Un luogo che ha notevoli qualità e rende indissolubile il legame tra uomo e ambiente. È situato nell'intermezzo territoriale tra Castelvetrano e Partanna all’interno degli ex feudi di Zangara (Castelvetrano) e Donzelle (ex territorio castelvetranese oggi appartenente a Partanna).

Un ambiente che oscilla ad un’altezza tra i 280 e 305 mt. dove possiamo assistere a uno scenario di rara purezza. Un contesto che racchiude anche delle testimonianze storiche passate. Rappresenta uno dei perni della Valle del Belice e appartiene al demanio forestale.

Partendo dalla c/da Zangara, precisamente dal Baglio Vecchio, si snoda un itinerario storico-naturalistico. Un passaggio doveroso al Castello della Pietra con visita del canyon e poi all' insediamento della tarda età del rame e riparo epigravettiano (Paleolitico).
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Da quel momento, un sentiero proietta all'interno di un insediamento boschivo con panorami mozzafiato dell'entroterra belicino. Si esce leggermente dal territorio castelvetranese per entrare in quello partannese. Lungo il percorso si scorge una torretta d'avvistamento della guardia forestale.

Da lassù è visibile la formazione in calcarenite del colle che sovrasta l’area. Di fronte, il bosco di Magaggiaro in territorio menfitano e dietro, alle spalle, il castello della Pietra citato precedentemente. Entrati in zona partannese, il territorio si sviluppa su quattro contrade (Frassino, Baiata, Cerarsa e Rocche di Donna Lucia).

Quest’ultima prese il nome di Donna Lucia Migliaccio, moglie di Benedetto Maria III Grifeo e 8° Principe di Partanna. Successivamente divenne moglie di Ferdinando I° re delle due Sicilie. Una zona di notevole sviluppo socio-agricolo che ha mantenuto gli standard di territori naturo-antropizzati.

Il cammino ha poche varianti e si distribuisce su un unico percorso (senza aree attrezzate) che delimita i confini con l'antica strada Partanna-Corleone, il vallone di Don Antono ed il fiume Belice.

Il bosco è caratterizzato da alcuni particolari floreali e faunistici. Per quanto riguarda la flora, il luogo è costituito da querce, olivastri, lecci e altre forme di vegetazione che hanno rinvigorito la zona durante la fase di rimboschimento.

La fauna si concentra con alcune specie di uccelli presenti che fanno da cornice con l’emissione di suoni fantastici. Un percorso di circa 7-8 km con dislivelli non impegnativi e la possibilità di ritornare dalla strada asfaltata.

Si entra all'interno della c/da di Donna Lucia con vista di un'ampia e vecchia cava smistata di calcarenite. È figlia di un’epoca passata, ormai dimenticata che ha avuto un ruolo fondamentale nell'economia di quelle zone. Proprio per la sua posizione strategica, il bosco s’inserisce in un territorio dove la presenza dell’uomo fin dall’antichità ha operato una costante trasformazione del paesaggio.

Il contesto predominante è quello tipico delle aree rurali del trapanese dove diverse colture convivono e si compenetrano tra di loro in una simbiosi cromatica e tessono un mosaico irregolare.

Il Frassino è un luogo silenzioso e nascosto. Spunta improvvisamente come fonte di distacco dall'attività quotidiana. Il suo splendore racchiude piccoli e curiosi particolari naturalistici che vale la pena osservare con attenzione.
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