STORIE
Passa tre anni e otto mesi a girare la Sicilia: così Tregor Russo visita (quasi) 100 borghi
Lo studioso siciliano è un vero appassionato della sua terra che ha deciso di girare, soprattutto nelle zone meno note ma che meritano di essere conosciute
Tregor Russo
«Il mio intento è quello di far conoscere, riscoprire e visitare l'entroterra della meravigliosa Sicilia che non ti aspetti, allo scopo di far apprezzare le tradizioni, usanze, maestranze, enogastronomia ed i beni culturali, artistici e monumentali tramite il mio Grand Tour nell’entroterra della Sicilia, il primo completo nella storia siciliana, in itinere da tre anni ed otto mesi, promuovendo il turismo esperenziale del luogo».
Tutto questo è stato possibile grazie agli amministratori locali e con l'ausilio di guide turistiche, esperti, storici. Visite, quindi, al patrimonio arhitettonico, artistico, culturale, che hanno lasciato in Tregor tracce indelebili della sua terra.
Lo studioso siciliano ripercorre le tappe salienti del suo viaggio. «Trascorrevo 2-3 giorni in ogni borgo e 8-9 ore al giorno rigorosamente a piedi, camminando all'interno dei centri storici di molti borghi siciliani alla ricerca del bello.
Ho cercato di fare un censimento delle opere pubbliche e private compresi i tesori antropologici e civici custoditi nei musei», così spiega la strada che lo ha portato a raccogliere interessanti ricostruzioni storiche siciliane, che ha poi racchiuso all'interno del suo libro.
Un modo per permettere ai siciliani di conoscere meglio se stessi e le vite dei propri avi consentendo a chi non è nato qui di comprendere che la Sicilia è anche (e non soltanto) il mare azzurro di Cefalù, la solennità della Valle dei Templi di Agrigento, Selinunte e Segesta, i maestosi Carnevali di Sciacca, Acireale, Termini Imerese e Regalbuto.
E ancora l'austerità sfarzosa di Palermo, gli splendidi murales di Bivona, la bellezza architettonica di Agira, i ricordi cinematografici di Palazzo Adriano, i sapori tradizionali di Piana degli Albanesi, il castello di Montalbano Elicona, i carretti siciliani di Sortino, il museo civico di Castelbuono, il tipico dolce "lo sfoglio" di PolizzI Generosa, le chiese di Monterosso Almo, il folklore di Sutera e cosi via.
«Sono borghi antichi vissuti da comunità lontane dai percorsi turistici tradizionali, ma costruttrici di bellezza, di arte, di storie che si intrecciano tra loro.», afferma con convinzione.
Ma andiamo un po' più a fondo, immergendoci in alcuni cenni storici per comprendere meglio il lavoro minuzioso e affascinante del nostro studioso siciliano.
«A partire dall'VII a.c. fino al XVIII (1859) secolo abbiamo avuto sedici dominazioni specifiche e si sono delineate grandi parti di storia e di artisti che spesso non vengono menzionati. Ho cercato di dare rivalsa alla "sicilianità e alla "sicilitudine" dedicando un libro in diciassette capitoli dove si può leggere la storia della Sicilia, la storia della lingua, il folklore e le tradizioni, il nostro patrimonio etnico e folkloristico, i modi di dire, le usanze, i costumi, le comunità minori che hanno fatto sviluppare il mercato esterno come gli ebrei dal 1300 e i genovesi dal 1600» racconta.
Un viaggio alla scoperta di rotte turistiche nuove ed emozionali compiuti da Russo, che ha raggiunto uno per uno i borghi che racconta, parlando in prima persona con gli abitanti di questi luoghi e «appartenenti a pieno titolo alla Sicilia - afferma - ed ai suoi misteriosi tesori di culture e bellezze millenarie».
In quasi quattro anni Tregor Russo ha visitato 98 borghi antichi come quelli che si trovano tra i Monti Sicani e le Madonie. «La Sicilia non è soltanto mare, ma è anche montagne, vallate, fiumi, laghi , cascate, gole. È davvero straordinaria!» racconta appassionato lo studioso siciliano. Poi si sofferma soprattutto su quei borghi sconosciuti, quelli che meriterebbero una noorietà diversa sia da parte dei siciliani che dai turisti che visitano la nostra Isola.
Secondo lo studioso oggi la Sicilia merita di essere rivalutata attraverso il "turismo esperenziale" facendo conoscere ai viaggiatori, visitatori e viandanti, l'entroterra da chi come lui stesso è depositario della conoscenza di un patrimonio culturale che non si riferisce solo all'aspetto monumentale ma soprattutto alla bellezza dei centri nevralgici di ogni borgo, ciascuno con la sua diversità.
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