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Per fare i termovalorizzatori in Sicilia offerte da mezzo mondo: dove saranno e quali costi

Chiuso il bando per la progettazione, sette le proposte pervenute. Renato Schifani: "Entro la prossima settimana al lavoro la Commissione per valutare le proposte"

Balarm
La redazione
  • 12 giugno 2025

Un termovalorizzatore (foto Wikipedia)

L'Iter per i due termovalorizzatori in Sicilia ha concluso una nuova tappa. Il 9 giugno si è chiuso il termine per presentare le offerte per il bando di gara relativo alla progettazione. Sette le proposte pervenute, come ha annunciato il presidente della Regione Renato Schifani.

Il bando prevede l'affidamento della progettazione di fattibilità tecnica ed economica e, opzionalmente, il servizio di direzione lavori. La gara è gestita da Invitalia e vale oltre 44 milioni di euro.

"I termini sono scaduti da pochi giorni e ora ci stiamo occupando, insieme con Invitalia, di creare la Commissione aggiudicatrice - ha spiegato Schifani -. Sarà scelta tra questa settimane e la prossima. Questa iniziativa ha destato molto interesse anche in gruppi internazionali".

I nomi delle società però non sono stati resi noti, anche se dalle parole del governatore si intuisce che non si tratta di aziende siciliane. Tra queste, come si legge nell'edizione palermitana di Repubblica, ci sarebbe anche un raggruppamento di 12 società, di cui almeno due francesi.

I due impianti sorgeranno a Palermo, nella zona di Bellolampo, e a Catania nell'area industriale. Ma il bando prevede anche che vengano condotte le indagini geologiche e geotecniche sui rispettivi terreni. Come dire: la strada è tracciata ma non ancora spianata.

Gli ostacoli del resto non mancano. Sul piano rifiuti, per esempio, c'è un ricorso sottoscritto tra 33 realtà tra partiti politici e associazioni ambientaliste.

Sul piede di guerra il Movimento 5 Stelle. «Invece di puntare su politiche moderne, sostenibili e realmente in linea con gli obiettivi europei - come il potenziamento della raccolta differenziata, il riciclo, il riuso e la riduzione dei rifiuti - si preferisce percorrere la scorciatoia piu' impattante e meno lungimirante: quella dell'incenerimento», commenta la parlamentare all'Ars Lidia Adorno.

La vicepresidente della commissione Ambiente all’Ars, Jose Marano (anche lei M5S), ha presentato invece una richiesta di accesso agli atti per conoscere «gli studi e le valutazioni ambientali, sanitarie e urbanistiche» per scegliere il territorio di Pantano D’Arci a Catania per la realizzazione dell’impianto.

Ma secondo Marano si tratta di «un’allocazione folle, a due passi dalla città e altamente impattante dal punto di vista ambientale, ecologico e idrogeologico».

Di termovalorizzatori in Sicilia si parla almeno dal 2002, quando fu pubblicato un bando di gara per realizzare quattro impianti. Le aree indicate erano Palermo, Augusta, Casteltermini e Paternò, ma l'iter si trasformò in un lungo percorso a ostacoli fino allo stop.

Il piano fu poi ridimensionato, prevedendo solo due termovalorizzatori - a Palermo e Catania, appunto - fino al suo definitivo lancio con la giunta Schifani che ha dato l'ok definitivo nel novembre dell'anno scorso.

Il progetto prevede un investimento complessivo di 800 milioni di euro, finanziato attraverso l’Accordo per la coesione stipulato con il governo nazionale.

I tempi? Se non ci saranno ritardi, l’entrata in funzione degli impianti è prevista per il 2028. L'obiettivo della Regione è il recupero del 65 per cento dei rifiuti urbani e un risparmio di 150 milioni annui sui costi di trattamento.

Dall'ultimo Rapporto rifiuti urbani dell'Ispra, infatti, emerge che nel 2023 sono state prodotte 2.153.696 tonnellate di rifiuti. Un dato molto alto che fa della Sicilia una tra le regioni che ne producono di più in Italia.

Con i termovalorizzatori cosa cambierà per i siciliani? Schifani ha assicurato che «l’investimento a carico degli utenti e il suo ammortamento è nullo.

Nello stesso tempo, garantiranno risparmi nello smaltimento dei rifiuti a carico dei Comuni e una produzione di energia che comporterà ricavi: tutto ciò si tradurrà concretamente nella riduzione della Tari per i cittadini».
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